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Hip-hop siciliano e produzioni: DJLuckyL

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Oggi abbiamo su BurningBabylon un deejay storico, uno di quelli che hanno fatto scoprire l’hiphop a questa regione, gli scratch, il rap, la break dance, i graffiti. Allarme Rosso, Zona d’Ombra, poi Nuovi Briganti a Messina, i campionatori, l’elettronica, e tante, tante collaborazioni. Adesso la produzione con il progetto BookjStudio. All’anagrafe e’ Giuseppe Dell’Utri, su BurningBabylon oggi e’ con noi DJ Lucky L.

Ciao Lucky, benvenuto su www.CaltanissettaLive.it e BurningBabylon. Iniziamo con un pensiero sulle tue origini: perche’ l’HipHop e perche’ proprio dj?

“Era il 1982/83 quando vidi per la prima volta il docufilm Wildstyle, su deejays che che non si limitavano a fare ascoltare il disco, ma facevano musica. Negli anni successivi mi attrezzai con campionatori giradischi computer e coinvolsi tanti amici in questa mia idea, Salvatore Abate, Mc Andros, fu il primo che si appassionò insieme a me a questo nuovissimo filone musicale e dal 1985 iniziammo a sperimentare. Da li’ a poco nasceranno Zona D’ombra e Allarme Rosso un progetto diviso in due proprio per dare spazio a tutte le idee e a tutte le persone coinvolte, rappers e musicisti. Nel 1989 inizio’ la mia avventura con i Nuovi Briganti (storico gruppo rap dell’area antagonista messinese, ndr) fino al 1996 con l’uscita dell’album “Camico” (sotto etichetta Polydor). Nel 1997 nascono poi i Nibiria con Giuseppe Paterniti (Mc Lupo dei Nuovi Briganti) con cui pubblicheremo Sikelia brano dedicato alla nostra stupenda isola la Sicilia”.

Come ricordi la scena musicale delle cantine e dei garage nisseni in quegli anni?

“Meravigliosamente viva ed eterogenea, dove c’erano realtà che si muovevano dall’Hip hop al Punk al metal, e tutte accomunate dalla passione per la musica. Non esisteva quel razzismo musicale che invece registro adesso, spesso capitava di collaborare fra noi, si creavano vere e proprie ‘super band’ in cui tutti insieme, e con estremo rispetto, si creava musica originale e inedita. Tutti noi avevamo un repertorio inedito. Oggi purtroppo vedo che i musicisti suonano roba di altri e quasi si vergognano a proporre la propria musica, peccato, non ci volevano la vigliaccheria musicale e il karaoke suonato dal vivo”.

Come si e’ evoluto il tuo progetto musicale in questi anni?

“Tantissimo anche perché adesso non mi occupo più esclusivamente di hip hop, ma cerco di fare musica a 360 gradi nel rispetto di quell’istinto iniziale che mi ha portato verso la musica. Sono a contatto con i giovani, anzi giovanissimi, e cerco sempre di trasmettere loro l’amore verso un percorso che li porti ad individuare il proprio stile.
Per quando riguarda me ho fatto produzioni anche jazz ed acid jazz con Giorgia Anzalore, Ujig, ma anche punk con il bravissimo Enrico Valle Provinzano, ma ovviamente anche hip hop con i Daaz (Damaris Azzoni), Sax e Jim e tanti altri”.

Quando hai deciso di smettere di scratchare e dedicarti di piu’ alla produzione?

“Ahahah, bellissima domanda! In realtà non ho smesso, semmai non ha più un ruolo centrale nella mia musica, ma come diceva Troisi ‘perché azzerare per ripartire, se c’è qualcosa che sai fare portala con te’. Adoro lo scratch perché è davvero uno strumento ritmico percussivo straordinario, anzi, consiglio ai percussionisti di imparare, sarà un valore aggiunto”.

Il tuo sound, quali sono i riferimenti che ti infuenzano nella tecnica dei pezzi?

“I primi in assoluto i Talking Heads insieme ai Kraftwerk, avevo 12 anni circa, ovviamente James Brown, Rufus Thomas diciamo tutto quel filone Atlantic Records e Motown degli anni ’60 e ’70. Produttori come i Fratelli Porcaro (Toto), Michael Cretu, Grandmaster Flash, Herbie Hancock, la lista è qusi infinita”.

Caltanissetta, non e’ Milano, come vedi il rapporto tra questa citta’ e chi fa musica?

“Domandona! Ecco, qui a Milano non si respira quell’aria, come dire, un po’ supponente di chi pensa di saper suonare bene uno strumento, e quindi diciamo di superiorità, ci si ascolta e si fa! Ovviamente Caltanissetta ha straordinari musicisti, anzi credo che ci siano tra i musicisti più bravi e talentuosi del panorama musicale, ma adesso manca l’amalgama che rende un musicista parte di qualcosa più grande e cioè la musica, è tutto un po’ fazioso in cui o sei con me o sei contro di me, mi riferisco chiaramente a qualcosa e a qualcuno dicui pero’ non vi parlero'”.

Cosa ne pensi della scena musicale cittadina?

“Quale? Be’, non credo ci sia, io vedo molto individualismo, gruppi messi insieme con lo scopo di fare qualche seratina qua e la’. La sperimentazione, la voglia di creare, si è spenta, almeno è quello che vedo, magari non sono stato così attento, ma non vedo altro che karaoke, suonato benissimo, ma karaoke”.

Il tuo ultimo progetto, il BookjStudio sta producendo un sacco di roba in cui sei anche musicista, arrangiatore e produttore. Qual’e’ il tuo lavoro preferito degli ultimi tempi?

“Come faccio a rispondere a questa domanda? Ogni scarrafone è bello a mamma sua”.

A cosa stai lavorando in questo momento? Ti vedremo ancora scratchare dietro ai piatti?

“Certo! Non smetterò mai. Adesso si lavora notte e giorno alla realizzazione di un progetto di cui per scaramanzia non parlo, ma spero che nel prossimo futuro vogliate farmi un altra intervista e ve ne parlerò con piacere”.

Certo che si, basta che tu ci faccia sapere quando sara’ pronto. Lucky, ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato e ti lascio lo spazio per concludere come meglio credi.

“Grazie a Voi tutti e a te Danilo, che dirvi, in bocca al lupo per questa bellissima iniziativa di divulgazione musicale e spero che ritorni presto l’era del cinghiale bianco, un abbraccio.”

Un saluto ai lettori, con i link relativi al lavoro di Lucky L:

BookjStudio

Sisma Beat Lucky L

Stay tuned people, Babylon’s Burning!

(Foto credits: Miriam Ognibene)

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