La cannabismedica può ridurre la pressione sanguigna, lo dimostra un nuovo studio
di Carlo Privitera
Un nuovo studio, pubblicato sull’European Journal of Internal Medicine, mostra che la cannabismedica può ridurre la pressione sanguigna negli adulti di 60 anni e oltre che soffrono di ipertensione.
La scoperta va attribuita ai ricercatori della Ben-Gurion University of the Negev (BGU) e della Soroka University Medical Center.
I pazienti dello studio sono stati valutati utilizzando il monitoraggio della pressione sanguigna 24 ore su 24, l’elettrocardiogramma, gli esami del sangue e le misurazioni del corpo, sia prima che tre mesi dopo l’inizio della terapia con cannabis.
I ricercatori incredibilmente hanno riscontrato una significativa riduzione dei valori di pressione sanguigna sistolica e diastolica nelle 24 ore, con il punto più basso che si verifica tre ore dopo l’ingestione di cannabis per via orale tramite estratti di olio o tramite vaporizzazione.
I pazienti, inoltre, hanno mostrato anche una riduzione della pressione sanguigna sia di giorno che di notte, con cambiamenti più significativi durante la notte.
Secondo i ricercatori, il sollievo dal dolore potrebbe anche aver contribuito a una riduzione della pressione sanguigna da parte dei soggetti del test. Questo è il primo studio ad esaminare qualcosa del genere.
“Gli anziani sono il gruppo in più rapida crescita di consumatori di cannabis terapeutica”, afferma il dottor Ran Abuhasira della BGU Faculty of Health Sciences. “Questo studio fa parte del nostro impegno continuo per fornire ricerca clinica sugli effettivi effetti fisiologici della cannabis nel tempo”.
L’esperienza clinica su campo del nostro team aveva già mostrato questo ulteriore beneficio tre anni fa, valutandolo come effetto secondario indotto dal trattamento con cannabis medica di patologie differenti da quelle cardiache.
La ricerca, e ancor più la pratica clinica possono, nel tempo, aiutarci a creare dei protocolli specifici nella gestione del pazientecardiopatico.
La cannabis è sicuramente collegata a un gran numero di benefici, per lo più non ancora scoperti. Attualmente la ricerca internazionale (in particolare quella israeliana e quella americana) hanno scoperto che la cannabis medica può essere utilizzata come un’arma contro i super-batteri, per la lotta alle dipendenze e all’ alcolismo, come terapia complementare nel trattamento dei sintomi più gravi del Covid19.