Lettera di Carmelo Lipani: “Valorizzare il patrimonio artistico della nostra città”
Mi chiamo Carmelo Mario Lipani, sono nato e cresciuto a Caltanissetta, città dove attualmente vivo con la mia famiglia e lavoro. Scrivo rivolgendomi al vescovo Mario Russotto e in particolare sulla sua omelia in occasione della messa per la celebrazione di San Michele.
Avrei voluto rappresentarle il mio modesto punto di vista sulle opportunità che il nostro territorio offre, ma che l’amministrazione di questa città volutamente ignora, relegandoci in tutte le classifiche agli ultimi posti. Volendo evitare polemiche con gli stessi, vorrei parlare concretamente di proposte e progetti in grado di farci uscire dalla marginalità ed acquisire un ruolo propulsivo e di sviluppo del nostro territorio, facendo leva sulle risorse storiche, antropologiche, culturali di cui le parlavo.
Ad esempio la commemorazione del sacrificio dei “carusi”alla quale lei in qualche occasione ha voluto partecipare, per non risultare un evento episodico fine a se stesso, potrebbe essere lo spunto per intestarci una battaglia di civiltà nel mondo, che veda l’Italia e la città di Caltanissetta in prima linea contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Se le tragedie di queste vite ci hanno insegnato davvero qualcosa, credo che gli stessi vorrebbero che altri innocenti non periscano in nome del profitto bieco. Il fatto che Caltanissetta si assuma il ruolo di capitale mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile sarebbe una giusta e doverosa testimonianza al loro sacrificio contro una barbarie attualmente molto diffusa nei paesi in via di sviluppo, che genera ingiustizia e concorrenza sleale.
Rifacendomi alla storia di questi “carusi”, si scopre che la città di Caltanissetta fino a pochi decenni fa era considerata la capitale mondiale delle miniere con una presenza di oltre 300 attive nel territorio provinciale e, pur essendo intrisa di questa storia, la città non ha altri riferimenti, che non siano rappresentati dal cippo del cimitero dei “carusi”, che risulta, come avrà avuto modo di appurare decentrato rispetto al quotidiano vivere della cittadinanza e il Museo Minerario, per nulla conosciuto ed apprezzato dai nisseni e ad eventuali visitatori che trovano di questo glorioso e tragico passato pochissime tracce.
Per tale ragione ho più volte proposto alle istituzioni locali di riesumare dei vecchi rottami abbandonati presso le miniere e destinati all’autodistruzione e all’oblio e di riproporli alla cittadinanza dopo un doveroso restauro che ci consenta di custodirne la memoria e utlizzarli al contempo come elementi da inserire nel tessuto urbano: i carrelli, per esempio, usati per l’estrazione dello zolfo, come dissuasori fioriere da posizionare in piazza o in alcune vie principali, oppure dei ribaltatori con carrelli o altri rottami che composti in modo artistico possono essere posti in alcune rotatorie o slarghi principali della città, per testimoniare un elemento fondante e caratterizzante della nostra identità da proporre anche ad eventuali turisti che verrebbero in visita nella nostra città.
Continuando su questo filone della riscoperta storica della città, sempre nel 1400 abbiamo avuto l’onore di ricevere la visita di Re Ferdinando I che vedendosi accolto in modo festoso e cordiale dai difensori della città, che all’ora era affidata agli artigiani in armi, in segno di gratitudine, lascio a questi ultimi la denominazione di “real Maestranza. Volendo dare da parte mia, un senso alle parole ho proposto di istituire il premio internazionale per l’artigianato artistico e tradizionale “Real Maestranza”denominazione che coinvolge e accomuna, ben altre sei nazioni oltre l’Italia come l’Egitto, Malta, Olanda, Marocco, Spagna e Colombia che sarebbero venute ad esporre il meglio del loro artigianato artistico e tradizionale, facendo si che Caltanissetta divenisse una vetrina internazionale di prestigio.
Noi, illustre vescovo , avremmo avuto l’expo dell’artigianato artistico e tradizionale circa 10 anni fa se per ragioni incomprensibili tutto non fosse stato bloccato improvvisamente, dopo che si era persino sottoscritto un protocollo di intesa tra camera di commercio, al tempo presieduta dal dott. Marco Venturi e l’associazione real maestraza, i quali avevano stilato un regolamento, che avrebbe consentito l’operatività del premio stesso. Peccato! questa iniziativa avrebbe prodotto altre iniziative come il museo della real maestranza e l’università dell’artigianato.
Sembrava quasi fatta quando l’ex sindaco di Caltanissetta Michele Campisi rompeva gli indugi annunciando alla cittadinanza e al consiglio comunale tutto, l’acquisto della sede Rai posta sul Monte Sant’Anna, rivendicava le ragioni di tale determinazione, come un investimento strategico e nell’interesse della città, per tutta una serie di opportunità che ne sarebbero derivate. In sintesi, l’idea progetto sostenuta anche dall’ex deputato Lomaglio era di istituire un museo della radio e delle telecomunicazioni in grado di attivare collaborazioni con scuole di ogni ordine e grado, amatori,collezionisti, ed enti di ricerca, divenendo un riferimento significativo per mostre, corsi e studi, per tutto il sud e l’area del mediterraneo. Inoltre, trattandosi di un’area di circa 14 ettari di terreno incontaminato, posto in uno degli alti piani più belli e suggestivi della Sicilia centrale, da dove si domina tutta la valle dell’himera si era proposto di destinarlo a parco cittadino con annesso anfiteatro in grado di ospitare grandi eventi e in parte destinato a colture “speciali “di determinati arbusti finanziati anche dalla UE in grado di generare risorse che determinano posti di lavoro ed occupazione.
Infine il traliccio, ritenuto da molti detrattori del progetto un onere visti i costi da loro ritenuti esorbitanti, ma che la Rai dichiara attraverso organi ufficiali di essere al contrario contenuti.
Polemica che ritengo sterile e fuorviante, in quanto l’antenna oltre che a rappresentare un elemento oramai divenuto identitario e spero inserito nel progetto di museo etno-antropologico, può essere a sua volta un’occasione per il rilancio turistico ed economico della nostra città. Da anni sostengo di poter utilizzare il traliccio della Rai alto 286 mt in un albero di natale volendo altresi ricordare che a Sutera di svolge uno dei presepi più belli e suggesti d’Italia. Mi auguro di poterla invitare a per accendere insieme, l’albero di natale più alto del mondo. Questo fatto in sé, ci farebbe entrare subito nei guinness dei primati (con un investimento dai costi accessibilissimi) e quindi di fatto finanziare la messa in sicurezza del traliccio e l’ordinaria manutenzione prevista. Questo tipo di spettacoli di luci generano circa 400 mila presenze turistiche l’anno ,oltre che una pubblicità positiva a livello mondiale,perché la notizia verrebbe ripresa e diffusa in tutti i tg del mondo e quindi auspicare investimenti verso l’Italia e la Sicilia in particolare.
La matematica moderna viene spiegata ed illustrata da Euclide a Gela che non solo spiega e dimostra il teorema di Pitagora, ma con i suoi 12 volumi custoditi nel museo locale, testimoniano questo elemento culturale e filosofico unico nella storia dell’umanità, da sottoporre all’attenzione della comunità scientifica internazionale.
la nostra Sicilia custodisce la memoria di uomini irripetibili, come Archimede, Eraclito, Ettore Maiorana, Zichichi e tanti altri. Questo può sintetizzarsi nella creazione di un museo dedicato ai matematici in generale e a questi in particolare, che possa avviare un percorso turistico culturale tematico da proporre ad operatori turistici ed università, che avrebbero l’opportunità di valorizzare un’altra risorsa presente nel nostro territorio come l’osservatorio di Montedoro inserito in un parco tematico.
La storia di questo territorio, finora tenuto ai margini, e avrebbe una concreta possibilità di determinare sviluppo crescita culturale ed economica, che riguarda le aree interne, ma che molto possono dare al sistema Italia nel suo complesso.
In attesa di un suo riscontro le porgo i miei cordiali saluti.
Carmelo Mario Lipani