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Steward sequestrato. Due nisseni condannati a 4 anni per estorsione

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Il gup David Salvucci ha condannato a 4 anni ciascuno – più 4mila euro di multa – l’imprenditore nisseno Matteo Allegro, 38 anni e il suo ex collaboratore Marco Angotti, 37 anni, ritenuti i mandanti del sequestro del giovane Vincenzo Falzone, ex steward della Ryanair. Estorsione con l’aggravante del metodo mafioso il reato per il quale il pm della Dda nissena Pasquale Pacifico aveva chiesto la pena di 6 anni per ognuno e per il quale è scattata la condanna.

Un fatto che risale al settembre 2009 e, secondo quanto emerso finora, Allegro e Angotti – che hanno scelto il rito abbreviato – avrebbero orchestrato il sequestro dello steward, il quale venne prelevato nel corso di una festa in campagna, picchiato e poi costretto a consegnare al gruppo 20mila euro che aveva ricevuto come trattamento di fine rapporto dalla compagnia aerea irlandese, e ne avrebbe anche consegnato una parte – 5mila euro o poco più – in sterline.

Per questa vicenda è stato condannato in via definitiva solo il collaboratore di giustizia Elia Di Gati, mentre è ancora pendente in appello un altro processo, in cui sono imputati il commerciante Antonino Ferraro e il nisseno Eros Bruzzaniti, condannati rispettivamente in primo grado – entrambi scelsero l’abbreviato – per estorsione e tentata estorsione.

È stato proprio grazie alle dichiarazioni di Di Gati che sono stati individuati i presunti esecutori – tra cui Ferraro, che avrebbe convinto Falzone a consegnare i soldi il giorno dopo il sequestro facendo da “mediatore” e sfruttando, secondo gli inquirenti, la sua vicinanza a Cosa nostra nissena – e adesso i sospetti mandanti.

Falzone, parte civile nel processo, verrà risarcito con una provvisionale di 3mila euro, a cui si aggiungerà il risarcimento danni che deve essere quantificato dal Tribunale civile; il suo legale, l’avvocato Alfredo Danesi, ha chiesto una provvisionale di 10mila euro e 60mila euro di risarcimento danni. Gli avvocati difensori Dino Milazzo e Sergio Iacona avevano chiesto l’assoluzione sostenendo l’assenza di elementi e in particolare contestando uno degli elementi chiave, cioè il fatto che Allegro aveva scambiato in banca del denaro in sterline. La difesa ha infatti sottolineato che questa operazione risaliva al luglio del 2009, mentre il sequestro era avvenuto a settembre e quindi, sempre secondo la difesa, verrebbe a mancare un elemento decisivo a sostegno dell’accusa.

Entro tre mesi verrà depositata la motivazione della sentenza; se ne riparlerà in appello.

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