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Maria Russica, nissena e campionessa internazionale di Karate si racconta

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Trentaquattro anni di pratica in palestra e diciassette titoli internazionali, Maria Russica, nissena e cintura settimo dan, conferiti per meriti sportivi, si racconta a Caltanissetta Live con la stessa intensità e sicurezza con cui si esibisce sul tatami durante le gare.

Maria si avvicina all’arte del karate a vent’anni, quasi per caso, inconsapevole del suo destino, del suo talento, grazie a suo fratello, già praticante. E lo ricorda con occhi lucidi di commozione il suo primo giorno in palestra, l’inizio di un percorso che le ha offerto soddisfazione e che, ancora oggi, percorre con determinazione e con spirito di sacrificio.

“Il karate per me è linfa vitale” dice Maria, che da quando ha messo piede sul tatami quel primo giorno, non l’ha più lasciato, arrivando a frequentarlo tutti i pomeriggi; momenti che si intensificano in vista di un campionato o di un mondiale da portare a buon fine.

Diciassette medaglie d’oro, sette d’argento e sei di bronzo, Maria ha mai fallito?

“Le prime volte si fallisce sempre. Quindi, da lì, ti rafforzi molto; poi impari a non perdere”.

Impegno, dedizione e concentrazione, sono le parole chiave del suo successo; sono gli ingredienti principali che le hanno insegnato a non perdere. “Ciò che impari sul tatami di gara non lo impari in palestra – continua Maria – perché arrivi in un contesto molto più numeroso, dove sei vista attentamente”.

E a proposito di guardare… come viene vista Maria Russica, campionessa mondiale di karate shotocan, in un mondo ancora divorato dai pregiudizi di genere? Discriminazioni ne ha subite lungo il suo percorso, ma non si è mai tirata indietro e ha zittito la voce giudicante praticando, mettendo in atto ciò che in tutti gli anni ha imparato.

E una delle ultime prove è stata lo scorso 23 settembre, dove è stata protagonista della terza edizione del “Mediterranean 2023 Gran Prix”, che si è tenuto al PalaCatania, portandosi a casa un altro titolo.

E vien da domandarsi se la campionessa mondiale di karate voglia fermarsi qui oppure continuare.

“Finché me la sento di poter essere in forma in termini di competizione, continuerò il mio percorso. Dal momento in cui si decide di abbandonare l’agonismo si passa a fare altro. Io sono anche arbitro e attualmente insegno”.

Sì, Maria Russica è insegnante di karate, al fianco del maestro Michele Nicosia, il quale, tra l’altro è suo curatore nella tecnica.

Adulti e piccini, non fa differenza. L’arte marziale del karate è importante non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale e influisce molto sullo sviluppo del bambino e non solo: “Il bambino o l’adulto viene aiutato molto da questa attività motoria, perché è seguito dall’insegnante minutamente e quindi recepisce la propria difficolta/“non difficoltà”. Quindi, una volta che fa un percorso individuale e lavorando insieme al gruppo non viene annoiato dalla ripetizione, ma si migliora automaticamente, si mette a confronto lui stesso insieme ai suoi pari”.

E Maria continua offrendo un consiglio ai giovani: “In questi anni mi sono passate davanti diverse fasce d’età. Adesso siamo in una fase generazionale in cui si ha tutto, quindi il ragazzo che si approccia a questa disciplina, tante volte me lo vedo accompagnato dal genitore; mentre qualche generazione prima era il bambino che decideva. Chi si approccia a questa disciplina avrà una diversa maniera di esporsi, perché il rispetto che si pretende, certo non in forma severissima, lo saprà adottare e inserirlo all’interno del suo contesto di socializzazione”.

Tuttavia, la voglia di sfatare un mito che vede il karate come atto di violenza è tanta, perché il karate non è assolutamente violenza e Maria racconta dei giovanotti, così li definisce lei, che sono passati dalla palestra dove insegna e che mai hanno confessato di aver fatto a botte fuori, e che si sono sempre distinti per il rispetto e l’educazione che la stessa disciplina del karate dona.

Il karate è rispetto e controllo. E non è stato facile, per la campionessa, arrivare a essere chi è oggi, perché i sacrifici sono stati tanti e le energie da investire ancora non possono esaurirsi; ma la passione, l’amore per questa disciplina, la scintilla di caparbietà che si accende negli occhi di Maria Russica sono orgoglio nisseno, la soddisfazione di una città che cerca di spogliarsi da abiti pregiudizievoli che la vedono vestita come luogo spento e sterile.

 

 

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