Carboni a Genova con una band di medici: “Anche la musica può fare bene al cuore”
Nella band il cardiologo nisseno Luigi Scarnato
Luca Carboni guarda l’orizzonte, dai tetti dell’ospedale San Martino il mare e il cielo si abbracciano e regalano sempre un motivo in più per essere ammirati. «Genova è la mia Bologna con il mare. Sono molto legato a questa città perché quando vengo qui c’è sempre una ragione», sorride l’artista, occhiali da sole scuri e giacca di pelle. Carboni ha sposato sin da subito “Il battito del cuore”, la campagna di Bayer pensata per sensibilizzare sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari. “Il mio cuore fa ciock, il mio cuore batte rock. Il mio cuore è allo stop. Cuore sotto shock”, cantava nel 1993 Carboni, firmando una delle più note canzoni d’amore di quegli anni. Genova, e in particolare l’Ospedale San Martino, eccellenza nel campo cardiologico, è stata scelta per girare un video con protagonista l’artista bolognese accompagnato da una band speciale formata da medici. Insieme hanno riarrangiato un successo di Carboni che verrà presentato, sotto questa nuova luce, a fine mese.
Il video è girato interamente negli spazi dell’ospedale e regala scorci meravigliosi della città, vista dall’alto.
«È importante parlare ancora di prevenzione della salute del cuore, continuando il percorso iniziato l’anno scorso» continua Carboni «ho voluto coinvolgere direttamente i medici: ho pubblicato un annuncio sui miei canali social, e in due settimane il video ha registrato oltre 220.000 visualizzazioni tra Facebook e Instagram. In tanti medici-musicisti volevano partecipare alla realizzazione del video della canzone, abbiamo dovuto fare una selezione. Sono molto sensibile all’argomento perché ho vissuto in prima persona il dolore della perdita di mia madre per un infarto. Tutto questo mi aiuta a esorcizzare e a ricordare quanto sia importante ascoltarsi, prevenendo».
La band di medici che lo accompagna è formata dal cardiologo romano Marcello Vaccarella alla chitarra elettrica, dal padovano Gianfranco Varano, altra chitarra, da Alfonso De Cenzo alla batteria, da Raffaele Sabattini, chirurgo di Cesena, alle tastiere, e dal nisseno Luigi Scarnato al sax. Non solo “ci vuole un fisico bestiale” per suonare con Carboni, ma anche importanti doti canore. «Siamo medici di giorno, musicisti di notte» scherza Scarnato «suoniamo tutti in una band. Lavorare con Luca è pazzesco, è un grande professionista, un’icona del pop italiano. Ci ha perfino permesso, in alcuni frangenti, di cantare. Ai miei pazienti dico sempre che nella vita esistono due aspirine: una è quella per la prevenzione dalle malattie cardiovascolari, l’altra, che si deve prendere sin da bambini, è quella per l’anima, per l’umore, per lo stress: si chiama musica». Terapeutica. «E non solo» suggerisce Carboni «le canzoni ci fanno scoprire lati di noi che non si conoscono, ci offrono una grande mano, scavando dentro quello che siamo».
La musica può anche essere uno strumento per sensibilizzare. In Italia circa 6 milioni di persone sono a rischio di malattie cardiovascolari e, dato ancora più allarmante, non tutti sono consapevoli di esserlo. «Queste iniziative sono fondamentali» dice Vincenzo De Marzo, giovane cardiologo del San Martino «fanno capire l’importanza del non trascurarsi: l’ospedale ha fatto passi da gigante in questo campo». “Mare, mare, mare, ma che voglia di arrivare, lì da te”: e quindi quando il prossimo ritorno a Genova? «Dovevo venire a suonare al Politeama l’anno scorso, poi è caduto il ponte Morandi e tutto è cambiato» conclude Carboni «ho tanti amici qui a Genova, troverò il modo per tornare presto perché manco da alcuni anni». L’ultimo sguardo al mare, poi impugna il microfono, i medici prendono gli strumenti e si torna a girare. Il cuore di chi può ascoltare in anteprima, già ringrazia.
(https://www.ilsecoloxix.it/cultura-e-spettacoli/2019/10/05/news/carboni-a-genova-con-una-band-di-medici-anche-la-musica-puo-fare-bene-al-cuore-1.37678561)