San Cataldo. I carabinieri cercavano una pistola, ma finisce nei guai per furto di energia elettrica. Arrestato e subito scarcerato
Arrestato, collocato ai domiciliari e scarcerato in meno di 24 ore per un furto di energia elettrica. Anche se in quella casa di via Galileo Galiei a San Cataldo, risultata nella sua disponibilità, i carabinieri hanno trovato pure una piantina di marijuana, un grammo di hashish e anche un pezzo di un ciclomotore che aveva il numero di matricola cancellato. Nei guai è finito il sancataldese Angelo Di Forte (figlio di Cosimo Di Forte, condannato all’ergastolo come esecutore materiale dell’omicidio del boss Totò Calì), che compirà 23 anni a settembre, a seguito di una perquisizione dei militari; l’arresto è scattato nella serata di giovedì per il furto di energia elettrica, mentre per la questione del motorino è stato denunciato a piede libero per ricettazione. Solo una segnalazione in Prefettura, invece, per le piccolissime quatità di stupefacente.
Un controllo che era stato disposto a seguito di una “soffiata” arrivata alla Tenenza di San Cataldo, visto che una fonte confidenziale aveva avvertito i militari che Di Forte custodisse una pistola all’interno di quella casa da lui utilizzata, ma che non è la sua abitazione “ufficiale”. L’arma non è stata trovata, ma durante la perquisizione gli investigatori hanno però scoperto l’allaccio abusivo alla rete Enel, oltre agli stupefacenti e al pezzo di motorino. Nel dettaglio si tratta della parte anteriore del mezzo, praticamente separata da quella posteriore.
Stamattina, nel corso dell’udienza di convalida che ha aperto il processo per direttissima, Di Forte ha sostenuto di non avere eseguito lui l’allaccio abusivo alla rete Enel. La sua legale, l’avvocato Maria Francesca Assennato, ha chiesto e ottenuto la revoca degli arresti domiciliari e ha chiesto un termine per valutare se chiedere un rito alternativo; il giudice monocratico Salvatore Palmeri ha quindi rinviato il processo a dicembre.