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Giustizia riparativa. Siglata la nuova convenzione tra Comune, Uepe e casa circondariale

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Il richiamo all’articolo 27 della Costituzione che sancisce la funzione rieducativa della pena per i condannati è il primo punto della convenzione stipulata oggi tra il Comune di Caltanissetta, la Casa circondariale di Caltanissetta e l’Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe) di Caltanissetta ed Enna, per l’impiego di cittadini detenuti o in fase di esecuzione alternativa delle pene, in attività di pubblica utilità. La convenzione della durata di un anno è stata siglata dal sindaco, Roberto Gambino, dal direttore della Casa circondariale, Francesca Fioria, e dal direttore dell’ufficio esecuzione penale esterna, Rosanna Provenzano. La convenzione s’inserisce nel solco della collaborazione tra gli Enti avviata ad agosto 2018. È finalizzata al reinserimento sociale di persone in esecuzione di pena attraverso il lavoro volontario, facendo collaborare i detenuti in attività utili verso la comunità secondo il principio della giustizia riparativa.

I lavori di pubblica utilità possono consistere nella cura di aiuole e giardini pubblici e vengono svolti come attività di volontariato. Gli interventi saranno definiti anche con la direzione politiche sociali, presente oggi alla stipula della convenzione con il dirigente, Giuseppe Intilla, e con la responsabile sanzioni e misure di comunità dell’Uepe, Gabriella Chirumbolo.

“Proseguiamo con convinzione la collaborazione del Comune con l’ufficio esecuzione penale esterna e con la casa circondariale – afferma il sindaco Roberto Gambino -. Il condannato che intende riparare al danno prodotto lavorando per la comunità, ha diritto ad un’opportunità per riguadagnare la fiducia”. 

La convenzione ha la finalità di promuovere azioni di reinserimento di persone in esecuzione penale, sensibilizzando la comunità locale; promuovere attività riparative; favorire una rete che accolga i soggetti in esecuzione di pena.

Soddisfatta per la firma del protocollo la direttrice della casa circondariale, Francesca Fioria. “Si è proseguito sulla scia dell’ottimo lavoro avviato nel 2018 con detenuti che hanno la possibilità di svolgere lavori di pubblica utilità. Un atto d’interesse dell’amministrazione comunale e di sensibilità verso l’istituzione carcere e l’amministrazione penitenziaria”. 

“È importante che si faccia un lavoro di comunità nell’ottica della giustizia riparativa con un’attività di prevenzione – spiega Rosanna Provenzano direttrice Uepe -. Quando soggetti condannati si mettono a lavoro con (e per) la comunità, ricuciono il patto con la società che era stato rotto con il reato e riabilitano se stessi. Questo approccio rappresenta lo sviluppo e il futuro dell’esecuzione penale in cui soggetti, al di fuori della vicenda giudiziaria, si prendono cura del luogo in cui vivono”. 

L’Istituto penitenziario e l’Uepe segnaleranno i nominativi dei soggetti con le indicazioni relative al tempo che possono dedicare e parteciperanno alle verifiche periodiche sull’inserimento. Il Comune s’impegna a individuare gli ambiti d’impiego, a stipulare l’assicurazione, individuare un referente e a preparare e accompagnare l’accoglienza nella struttura dove sarà impiegato. L’Uepe e la Casa circondariale collaboreranno con il Comune per sensibilizzare l’ambiente in cui i condannati saranno inseriti.

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