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Agostino Riitano ed il suo libro “Artigiani dell’Immaginario”: l’immaginazione come arte del “cominciamento”

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Centro Espositivo d’ Arte Contemporanea – Caltanissetta

L’incontro è stato curato dall’associazione culturale Creative Spaces sempre attenta e sensibile alle tematiche prospettiche per la città nonché alla passione per la storia e l’Arte anche nella Sua retroattività.
A presentare l’evento il presidente dell’associazione Eros Di Prima.

Non è certamente casuale l’avere ospitato l’Artigiano dell’ Immaginario, Agostino Riitano e il suo libro, nel contesto della mostra collettiva d’ Arte “Trasformazioni”.

L’Uomo – Artista è l’insieme delle trasformazioni che avvengono nel corso dell’esistere.
Così, un po’ in ritardo per via delle strade e per il gelo, arriva Agostino fiero del suo Sud ad allietarci con le Sue disquisizioni sulla passione di saper contestualizzare e vedere contemporaneamente tra le stratificazioni emozionali ciò che accade per farne concretezza, evento, arte, cultura.
Parlare di lui e con lui è stato come sfogliare le pagine de “Artigiani dell’ Immaginario” in un affascinante processo di identificazione universale delle esperienze, quasi come incontrare le stesse anime, sentire gli stessi dialoghi, partecipare al processo “del cominciamento”.
E’ un viaggio tra le parole, una staffetta ansimante di citazioni colte e sedimentazioni, una clessidra continuamente capovolta in un tempo che non esiste ma che è il testimone fisico del cambiamento. Il percorso di Agostino è un percorso rac_Colto nel coacervo delle antitesi, già dal titolo stesso del libro, è il dialogo costante tra immanenza e trascendenza, è “fare pace” come dice lui, con l’errore.
Caltanissetta ha accolto con speranza un Artista garante della possibilità che la cultura e la passione per la stessa possono determinare anche in ambito di scelte e caparbia motivazione. Un incontro poliedrico che ha il sapore di un trampolino di s_ lancio verso una visione giovane e spessa di chi parte e poi ritorna con una valigia colma di “attrezzi”, gli strumenti per vedere oltre il proprio contenuto campo visivo e farne nuovo “modo di fare” attraverso l’eccezionale pensiero abduttivo, nel macroscopico spettacolo urbano che diviene il suo palcoscenico senza confini.

Antonella Ballacchino

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