Green pass obbligatorio per ristoranti al chiuso e discoteche. Obiettivo Italia bianca fino a dopo Ferragosto
Il certificato rilasciato a chi ha già fatto la doppia dose o è guarito. Ma molti cittadini faticano a scaricare il codice del «lascia passare»
Discoteche e ristoranti al chiuso. È su queste due attività che il governo sembra aver chiuso l’accordo per varare il decreto che rende obbligatorio il green pass. La mediazione è passata per un via libera immediato ai locali da ballo che non hanno ancora una data di riapertura, imponendo però il controllo quando si va a pranzo o a cena all’interno. La lista dei luoghi dove si potrà accedere soltanto con la certificazione verde è ormai completata, la cabina di regia che dovrebbe svolgersi martedì servirà a mettere a punto gli ultimi dettagli. Senza escludere che il provvedimento possa entrare in vigore il 26 luglio. L’obiettivo del governo è mantenere tutta l’Italia in bianco almeno fino a Ferragosto e scongiurare la chiusura delle attività nonostante la corsa della variante Delta. Per questo nel decreto saranno inseriti i nuovi parametri che stabiliscono le fasce di rischio (bianca, gialla, arancione e rossa) non soltanto sulla base dell’incidenza del virus, ma anche sull’occupazione dei reparti ospedalieri e delle terapie intensive.
I parametri
Attualmente il passaggio dalla zona bianca a quella gialla avviene se si superano i 50 nuovi contagi settimanali ogni 100 mila abitanti. In base a questo criterio alcune Regioni potrebbero tornare in giallo già la prossima settimana, con tutte le limitazioni previste dalle norme in vigore, compreso il divieto di cenare al chiuso nei ristoranti. I governatori hanno chiesto una revisione e il ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato che sarà inserita nel nuovo decreto. «Se la situazione continuerà a peggiorare — è un concetto che ripete nelle riunioni a porte chiuse — dovremo avere una rete di protezione che ci consenta di tenere le attività aperte». Il numero dei contagiati sale, soprattutto tra i ragazzi, ma nella maggior parte dei casi non c’è necessità di ricovero e per questo si è scelta la strada di lasciare aperte le attività privilegiando però chi decide di immunizzarsi in modo da impedire il più possibile la circolazione del virus. Anche per non arrivare in situazione di emergenza alla ripresa autunnale e soprattutto consentire il ritorno di studenti e professori in classe.
Il documento
Sarà rilasciato a chi ha effettuato la doppia dose, è guarito o ha un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. Molti cittadini segnalano di non riuscire ad ottenere il codice elettronico del green pass pur avendo completato il ciclo vaccinale.
Trasporti
Per chi viaggia il green pass sarà indispensabile. Bisognerà mostrarlo prima di prendere treni a lunga percorrenza, navi, aerei. Al momento è invece escluso che sia obbligatorio su autobus e metropolitane, ma se a settembre la curva epidemiologica sarà ancora in salita non è escluso che questa scelta sia rivista.
Assembramenti
Stadi, palestre, centri sportivi, concerti, eventi, convegni, spettacoli, feste e banchetti: ovunque ci sia il rischio di assembramenti — anche a causa delle file all’ingresso o all’uscita — bisognerà avere il green pass.
Ristoranti al chiuso
Il rischio di nuove serrate a causa di un aumento dei contagi spaventa le associazioni di categoria e proprio su questo si sta facendo leva per mediare con la Lega — che aveva espresso la propria contrarietà — e ottenere il via libera al green pass per i ristoranti al chiuso.
Discoteche
Il Cts ha già concesso il parere favorevole alle aperture condizionandolo al green pass e dunque la trattativa di queste ore tra i vari partiti della maggioranza passa proprio per inserire la data di riapertura delle sale da ballo in coincidenza con l’entrata in vigore del decreto che lo rende obbligatorio.
La multa da 400 euro
Il green pass dovrà essere esibito al momento di entrare nei luoghi a rischio o di salire a bordo, proprio come avviene adesso con la misurazione della temperatura. In caso di controllo delle forze dell’ordine, chi ne è sprovvisto rischia una multa fino a 400 euro e il gestore dell’attività potrebbe subire la chiusura per 5 giorni.
(di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini – corriere.it)