Cluster “Agenda del futuro” e atteggiamenti politici propositivi
Cosa succederebbe se in una squadra di calcio l’attaccante si rivolgesse contro la sua porta o la difesa guardasse le stelle mentre gli avversari vanno in contropiede? Sappiamo che la squadra perderebbe tutte le partite e alla fine del campionato retrocederebbe nella serie inferiore.
Caltanissetta è una squadra che da anni gioca contro se stessa: tra fuoco amico, faide tra gruppi di micro-interessi, posizionamenti esclusivamente personali e svendite a padrini esterni, essa ha compromesso – speriamo non irrimediabilmente – le sue possibilità di sviluppo e la fiducia in una ripartenza.
La debolezza di una compagine comunitaria va ricostruita a partire da un nuovo atteggiamento che analizzi i bisogni e studi le soluzioni valutandole nel merito a prescindere da chi le propone, senza sminuire e senza demonizzare l’operato altrui. L’obiettivo unico che, a nostro avviso, dovrebbe contraddistinguere l’imminente campagna elettorale è non fare della città un bottino di guerra per le singole vanità e per il gioco ormai anacronistico dei posizionamenti ideologici.
Vogliamo partire da noi stessi e come gruppo piùCittà, all’interno dell’assemblea cittadina di giorno 17 novembre, che comincerà a partire dalle ore 10.00 e si svilupperà sino alle 18.00 presso l’Istituto Testasecca attraverso una plenaria iniziale e finale e sei tavoli di co-progettazione di politiche pubbliche, vogliamo proporre a singoli cittadini, organizzazioni di settore, associazioni e gruppi politici di provare a “fare squadra” nel solo interesse cittadino.
Partiremo da approcci diversi di politica di sviluppo del territorio e li confronteremo. Avremo idee opposte sull’immigrazione e ne parleremo. Considereremo imprescindibili valori diversi e li esporremo. Nell’unico interesse di una città che ci ha visti nascere, crescere e che ha più bisogno che mai di essere accudita e spronata.
Come piùCittà riteniamo che la strada da percorrere, non solo e non tanto per evitare che il dibattito politico si riduca alle autoproclamazioni, sia quella di mettere al centro il bene comune conciliando idealità e prassi, metodi e visioni.
Vogliamo poter dire ai nostri figli che quanto meno abbiamo provato a costruire un contesto di scambio democratico con lo scopo di dare una dimensione collettiva alle energie, competenze, concretezza, creatività, convinti che la prospettiva del bene comune vada cercata nella bellezza e nella fatica del dialogo.