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Nave Diciotti. Lettera aperta del sindaco di Caltanissetta al ministro dell’Interno Matteo Salvini

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Egregio Signor Ministro dell’Interno,

ho deciso di scrivere questa lettera aperta a seguito di una serie di episodi, per ultimo quello della nave “Diciotti” della Guardia Costiera che il 16 agosto ha salvato la vita a 177 persone in mare e ancora oggi è ormeggiata al porto di Catania senza la possibilità di far sbarcare le persone a bordo.

Rappresento la città siciliana di Caltanissetta, sede di uno dei centri d’accoglienza più grandi d’Italia che in più di vent’anni ha accolto migliaia di immigrati. La stessa città, nell’arco di tempo di oltre un secolo, ha visto migliaia di nisseni emigrare all’estero, in Europa, negli Stati uniti, in sud America. Abbiamo quindi una certa esperienza per poter affermare che la difesa dei confini nazionali non c’entra con l’arrivo dei migranti, fermo restando che quello delle migrazioni è un problema reale.

Salvare vite umane è un dovere, pur condividendo che in tema di immigrazione l’Europa debba svegliarsi e dare un segnale concreto di solidarietà. Ma la ripartizione dei migranti è una questione che va dibattuta nei tavoli europei e su questo, signor Ministro, può contare sul sostegno anche del sindaco di Caltanissetta. Ma non si può accettare che tali controversie si giochino sulle spalle della povera gente che dopo un viaggio infernale necessita di un aiuto umanitario.

A Caltanissetta, città che in tanti anni ha accolto migliaia di migranti, i cittadini vivono problematiche sociali e lavorative. Eppure il fenomeno è stato gestito con equilibrio e nel rispetto dei diritti. Grazie al lavoro di tanti: gli Sprar operanti sul territorio, una casa delle culture che riunisce cento organizzazioni di volontariato, l’attento e sensibile lavoro di tutte le Istituzioni. Tutto ciò ha consentito di portare avanti un programma di accoglienza e integrazione, certamente collegato al lavoro svolto dal Centro d’accoglienza governativo.

Per queste motivazioni Le chiedo di porre attenzione sulle reali problematiche dei cittadini italiani che vivono nell’area della Sicilia centrale. Una comunità pronta a crescere se sostenuta da una pianificazione degli investimenti, soprattutto di natura infrastrutturale. Quando Lei afferma che prima di tutto vengono gli italiani, non posso credere che l’ostacolo ad interventi in favore della popolazione sia realmente rappresentato dall’impegno profuso nell’accoglienza di chi fugge da situazioni drammatiche. Le risorse per accogliere queste persone, infatti, provengono in massima parte da fondi europei. Con la presente Le rivolgo un duplice appello sia nella Sua qualità di Ministro dell’Interno che nella veste di vicepresidente del Consiglio dei ministri. Affinché possa garantire il potenziamento delle forze dell’ordine per il contrasto alla criminalità organizzata. Attività egregiamente condotta dagli apparati dello Stato che però necessitano di rinforzi in termini di mezzi e risorse umane. Il secondo auspicio è che possa dare indicazioni chiare e nette per gli investimenti infrastrutturali in Sicilia, con un’attenzione alle aree interne dell’Isola. Perché purtroppo il problema del Mezzogiorno d’Italia è l’assenza di investimenti infrastrutturali sia sulla viabilità principale che su quella secondaria. Le cito come esempio quello di un viadotto che costituisce la via d’accesso a Caltanissetta, il viadotto “San Giuliano” sulla Strada statale 640 . L’Anas lo tiene chiuso da oltre un anno e mezzo, penalizzando non solo la città che rappresento ma anche tutto il comprensorio del centro Sicilia.

I siciliani sono ulteriormente penalizzati nella mobilità perché pur essendo un’isola, alla Sicilia non viene riconosciuta la continuità territoriale, a partire dall’applicazione di tariffe sui trasporti aeronavali di persone e merci che attualmente non tengono conto di questa condizione d’insularità. I porti siciliani non sono collegati con i principali scali navali italiani. Queste sono solo alcune delle istanze di “cambiamento” che i cittadini italiani residenti al sud si aspettano dal Governo.

Auspico che nel futuro Lei possa confrontarsi di più con i sindaci che operano quotidianamente sul territorio, affrontando a volte a mani nude gli effetti dirompenti di queste problematiche. Al contempo i sindaci garantiscono accoglienza e integrazione in una cornice di sicurezza per gestire nel migliore dei modi i flussi migratori che, per le dimensioni globali del fenomeno, appaiono difficilmente contrastabili. Voglio esprimere la mia solidarietà al presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico che ha fatto appello alla ragionevolezza ricordando che la Repubblica italiana poggia su pilastri costituzionali ispirati al rispetto della dignità della persona e dei diritti umani. Sarei onorato di potermi confrontare con Lei al fine di strutturare un legame tra il governo centrale e chi amministra i territori, soprattutto quelli del meridione, affinché i cittadini delle nostre città possano sentirsi al centro dell’attenzione politica, a prescindere dall’appartenenza religiosa, di genere o di etnia.

 

 

(Fto La Stampa)

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