Caltanissetta 2020. La città chiude o ri-parte?
«Buongiorno, comunichiamo che il Ristorante ‘900 ha chiuso definitivamente. Ringraziamo di vero cuore tutti quelli che ci hanno supportato ed apprezzato. Alla prossima esperienza!» Con questo lapidario comunicato su facebook si conclude, amaramente, l’esperienza del “Ristorante ‘900” a Caltanissetta. Un ristorante che aveva puntato su un progetto forse troppo ambizioso e qualificato per una città impoverita come Caltanissetta. Così come, purtroppo, si è conclusa l’attività di tanti altri ristoranti. Ma anche di bar e pasticcerie. Tra queste la pasticceria Delizie d’autore (speciali i suoi cannoli, i rollò, le cassate siciliane), nata dalle ceneri dello storico, notissimo Caffè Romano, scomparso già da tempo dalla scena urbana. Riteniamo tutto questo un fatto grave. Doloroso. Caltanissetta – che ha una sicura vocazione per l’agricoltura di qualità, per l’agroalimentare – ha perso tantissimo, troppo, in questi ultimi anni. In questi ultimi mesi. Ma anche in tanti altri settori. Io credo che tutti dobbiamo riflettere sul passato, sul presente e sul futuro della città dove abbiamo deciso di vivere, di abitare. L’involuzione sociale ed economica di Caltanissetta è davvero preoccupante.
Giorni fa, insieme a Carlo Vagginelli, avevamo puntato l’attenzione sui musei cittadini e sui siti archeologici inesorabilmente chiusi e sull’assenza di iniziative teatrali, musicali o anche soltanto ricreative. Sulla scoraggiante fatiscenza del centro storico. Per non parlare della condizione delle infrastrutture e dei trasporti. Insomma: siamo davvero ben lontani dal realizzare una città capace di puntare alla cultura, al turismo. Ma, ancor prima, alla qualità del vivere. Alla produzione. Occorre cambiare mentalità, occorre cambiare passo. Occorre una visione, un progetto. E magari, sarebbe utile ri-partire da un confronto autentico con i cittadini. Magari ascoltando quanti, dotati di conoscenze e competenze, hanno a cuore lo sviluppo e il benessere di questo territorio. Ma anche l’elaborazione del nuovo “piano regolatore” (o piano urbanistico) potrebbe essere l’occasione per un’approfondita analisi sociale, economica, strutturale della città e del suo territorio. Per individuare le nuove, possibili linee di sviluppo. Ma un silenzio assordante e persino angosciante caratterizza la decadenza di questa nostra città al centro dell’Isola.
Leandro Janni – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia