“Ridotte le video chiamate e non possiamo più portare cibo”, segnala la moglie di un detenuto del Malaspina
Inizio d’estate calda e non solo per le alte temperature di questi primi giorni di luglio all’interno della Casa Circondariale di Caltanissetta. I detenuti a metà della scorsa settimana avevano cominciato lo sciopero della fame, avendosi visto togliere le giornaliere chiamate da 10 minuti con i propri cari, ridotte a 2 chiamate al mese. Non solo l’eliminazione delle video chiamate, con cui ai detenuti viene in pratica impedito di vedere i bambini, ma anche i colloqui visivi ridotti ad uno al mese e per solo un’ora.
“Niente video chiamate, colloqui visivi ridotti – segnala una moglie di un detenuto – ma non possiamo più portare nemmeno mangiare ai nostri mariti. Non possiamo portare nessun tipo di cibo, tanto meno salumi e formaggi che possono però essere comprati in carcere a 35 euro al chilo. Tutto questo è disumano, abbiamo bisogno di aiuto”.
Lo sciopero in realtà adesso è finito e la situazione non è mai degenerata. Le restrizioni maggiori tra l’altro riguardano i detenuti nelle sezioni di alta sicurezza. Video chiamate che come segnalano i vertici del carcere sono state diminuite e non eliminate, essendo riprese però le visite. Casa Circondariale di Caltanissetta che grazie alle alte paratie e garantendo il distanziamento riesce a garantire tranquillamente le visite.
Normative queste non imposte dalla Casa Circondariale ma sono le nuove disposizioni previste con la legge 70 pubblicata in Gazzetta ufficiale. Le chiamate e le video chiamate erano state previste durante la fase più acuta della pandemia, mentre adesso pur ancora in emergenza, sono riprese le visite e ridotte le video chiamate.