“Non si muore solo di Covid”, l’associazione familiari Alzheimer lancia un grido d’allarme
Gli anziani salvati dal Covid rischiano di morire per colpa di una sanità assente ed ancora incerta sulla ripresa delle attività essenziali. In questi giorni si sta assistendo ad un processo di ripartenza tanto decantato sui giornali, ma che nella realtà trova ancora grossi ostacoli.
Come presidente di un’associazione familiari Alzheimer ricevo quotidianamente lamentele da parte dei familiari sui disservizi della nostra sanità, visite che stentano ad essere ripristinate, liste di attesa che ormai sforano abbondantemente al 2021, il neurologo del centro U.V.A. impossibilitato ad effettuare visite e controlli perché privo di una stanza e costretto a fare turni con colleghi di altre discipline. Ci si trova a Caltanissetta con una Rsa nella quale prima venivano forniti i servizi di fisioterapia, venivano svolte le attività del Centro Diurno Alzheimer nonché le visite presso il centro di valutazione Alzheimer, ad oggi tutto totalmente interrotto perché tale sede è diventata centro Covid.
Abbiamo sollecitato la ripresa delle attività del centro diurno Alzheimer alla Direzione Asp, abbiamo suggerito nuovi locali in cui poter agire, ma ancora troviamo assenze e latitanze.
Se gli anziani e le persone fragili si sono salvate dal Covid, dubito che si salveranno da una sanità lenta nel ripartire. I disagi per le famiglie aumentano ogni giorno, un ammalato di Alzheimer in casa non è semplice da gestire, procura danni psicologici non indifferenti per chi lo assiste, per non parlare delle spese alle quali si deve far fronte con i servizi privati proprio perché le visite urgenti non possono permettersi liste di attesa alle quali il sistema sanitario non trova soluzioni nell’immediato. Non è questa la sanità che vogliamo, siamo stanchi di promesse e proclami sui media, la situazione è veramente insostenibile. Attese all’esterno del poliambulatorio di via Malta procurano disagi quotidiani, con l’arrivo del caldo vedere l’anziano che attende fuori il suo turno, non è più uno spettacolo tollerabile.
In data 03/05/2020 l’associazione, a mezzo lettera, ha richiesto spiegazioni e chiarimenti al direttore generale della nostra Asp, ma ad oggi nessuna risposta è stata ottenuta. Per cui chiedo pubblicamente che vengano date delle risposte in cui siano chiare le modalità di ripartenza che intendono attuare ma soprattutto i tempi, e per tempi intendo scadenze alle quali devono assolutamente sottostare. Per anni si è lavorato sulla creazione del centro diurno Alzheimer è un’eccellenza che non si deve perdere, ma solo potenziare.
Nella nostra città si parla tanto di rigenerazione, in questa rigenerazione deve essere prioritaria l’assistenza socio sanitaria, è dalla salute che scaturisce un primo benessere del cittadino. La politica non si deve limitare a fare proclami, ma deve concretizzare le azioni ed oggi come oggi quelle sul sistema sanitario sono di primaria importanza.
Confidiamo in una sollecita risposta, perché più il tempo passa e più il cittadino si ritroverà in una situazione difficilmente recuperabile, si è fatto tanto per limitare la diffusione del virus nel nostro territorio e dei grandi sforzi ne siamo consapevoli, ma adesso altrettanto e con maggiore incisività deve essere fatto per una reale e concreta ripartenza.
Associazione familiari Alzheimer Caltanissetta Onlus
Il presidente, Antonina Sorge