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La Sicilia cade a pezzi tra mulattiere e cantieri infiniti e la Regione parla di rilancio e di turismo. A lanciare appello e’ l’esponente nazionale del movimento Italia unita/Stop Europa Benedetto Maria La China

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La viabilità in Sicilia è al collasso: strade statali e autostrade non sono in grado di sostenere il traffico dei mezzi pesanti. Il turismo ne risentirà tantissimo. L’allarme era stato lanciato dagli autotrasportatori, e nessuna classe politica si e’ fatta carico dell’allarme.
Per tanto invitiamo la Regione, L’Anas, e il ministero dei Trasporti, ad interagire in maniera celere per il ripristino delle strade e dei cantieri attualmente interrotti.

La A19, la Palermo-Catania, è un lungo cantiere: per l’esattezza 24 per 192 chilometri di lunghezza. In pratica, una deviazione ogni 8 chilometri. L’ultimo intoppo che ha messo in ginocchio l’isola è stata la chiusura ai mezzi pesanti del viadotto Cannatello, a causa del rischio crollo dello stesso ponte e la deviazione obbligatoria sulle strade provinciali. Due giorni fa il governatore Nello Musumeci aveva dichiarato “inadeguato” il servizio Anas per la Sicilia. Allora perchè non si fa qualcosa? Le strade dell’isola continuano a cadere a pezzi nell’impotenza di chi dovrebbe assicurarne la piena efficienza”, dice il numero uno di palazzo Orleans. Il Codacons ha annunciato di aver presentato un esposto alle Procure di Catania, Caltanissetta e Palermo. “L’Anas quale concessionario per la gestione e manutenzione dell’A19 non ha rispettato l’obbligo di attuare il progressivo miglioramento e adeguamento dell’autostrada”, afferma il Codacons.

La replica di Anas alle parole di Musumeci non si è fatta attendere: “Le autostrade siciliane in gestione diretta di Anas sono la tangenziale di Catania, l’autostrada Catania-Siracusa,l’A19 Palermo-Catania, l’A29 Palermo-Mazara del Vallo e le sue diramazioni per Trapani e per gli aeroporti di Birgi e Punta Raisi. Le autostrade A18 Messina-Catania, A20 Messina-Palermo e Siracusa-Gela – prosegue l’azienda – sono invece di competenza del Cas, ente pubblico regionale alle dirette dipendenze di Musumeci”. Intanto il viadotto Himera, crollato nel 2015, attende ancora di essere ricostruito, anche se ieri Anas ha confermato che i lavori “procedono come da cronoprogramma, con ultimazione prevista entro fine aprile”. Mentre i siciliani attendono autostrade e strade statali, una rete ferroviaria adeguata, il movimento 5 stelle che doveva ritirare gli incarichi alla famiglia Benetton, non va avanti sul ritiro delle concessioni. Mentre tutti i trasporti non sono all’altezza degli altri paesi europei, la politica litiga, ma non risolve nulla. “Come ha detto il presidente Musumeci ‘a Roma devono capire che siamo stanchi della politica del rappezzo, Anas deve dimostrare rispetto per la pazienza dei siciliani.

Cosa significa essere costretti per lavoro a percorrere le strade dell’isola lo spiega Giorgio Stassi, un autotrasportatore siciliano di 39 anni che ci ha fatto salire a bordo del suo autoarticolato. Un viaggio da Palermo ad Agrigento, lungo le statali 121 e 189, lo scorrimento veloce che collega i capoluoghi siciliani di Palermo e Agrigento. Le due maggiori città della Sicilia occidentale. Cento chilometri tra cantieri, semafori e un’infinità di deviazioni. Una statale che è considerata la strada della morte, perché ogni anno miete decine di vittime per l’assoluta mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria. “Noi siamo le vittime di tutto il sistema dell’economia – racconta Giorgio Stassi alla testata giornalistica Il giornale -, per noi la strada è l’unica fonte di lavoro. Non chiediamo nulla se non strade sicure che ci permettano di poter lavorare e chiediamo anche un accordo con le compagnie marittime per i trasporti via mare”.
Il presidente dei probiviri, incontrerà il responsabile delle infrastrutture e dei trasporti, Sirio Gandolfi, per formulare una proposta all’Anas Sicilia.
Italia unita invita la classe politica attuale a lavorare con sinergia per il bene della collettività e del popolo Siciliano che sono orgoglioso di rappresentare all’interno del movimento www.miustopeuropa.it.

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