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Catania, denunciò la morte della moglie ma l’aveva uccisa lui

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Un uomo di 61 anni, Gaetano Barra, è stato arrestato dalla polizia a Catania per aver ucciso la moglie nella notte tra il 12 e 13 agosto scorsi. L’uomo aveva detto che la donna era andata a letto con febbre alta e vomito e l’indomani, intorno alle 6, s’era accorto che non respirava.
Nonostante questo aveva continuato a dormire fino alle 13.30, prima di chiamare la sorella e il 118. Barra spiegò il suo comportamento dicendo che si era stancato di accudire la moglie, uccisa, invece secondo i risultati investigativi, per soffocamento mentre era a letto.
La svolta nelle indagini che accusano Barra arriva dall’autopsia, ma anche da intercettazioni ambientali e dal racconto della sorella dell’uomo.
La ricostruzione dell’indagato è che la moglie la sera prima si era sentita male, aveva la febbre alta, ma non riusciva ad assumere farmaci oralmente a causa di un forte difficoltà nella deglutizione. La moglie, ricorda il marito, respirava male e rigurgitava liquidi scuri. Nonostante la gravità dello stato di salute della moglie, Barra racconta alla polizia di Stato di essere regolarmente addormentato, fino alle 6 dell’indomani mattina. Resosi conto delle condizioni della moglie, che sembrava non respirare più, invece di chiedere aiuto, spiega alla squadra mobile della Questura, decide comunque di proseguire a dormire. Solo verso le 13.30 si risveglia definitivamente e contatta sua sorella per riferirle la situazione. La donna, prima di andare a casa del fratello, chiama il 118, lanciando l’allarme per la cognata. Per i medici del primo soccorso era stata una morte naturale, sopraggiunta 6-8 ore prima del loro intervento.
Alla polizia di Stato Barra spiega di non avere chiamato lui i soccorsi perché si “era stancato per un lungo periodo di assistenza la moglie da solo”. Alla luce delle anomalie rilevate dagli investigatori della squadra mobile, la Procura della Repubblica di Catania decide di disporre l’autopsia della donna. Dall’esame emerge che la morte poteva essere dovuta a “una compressione della regione cervicale e toracica, posta in essere verosimilmente con interposizione di un mezzo soffice (lenzuola, coperte, cuscino)”.
Da servizi di intercettazione, sebbene non siano emersi elementi schiaccianti, si rileva che l’uomo avesse provato a costruire una versione dei fatti a propria discolpa, nel tentativo di fornire una spiegazione alla sua anomala condotta. Espletate le formalità di rito, Barra è stato condotto in carcere su disposizione del Gip per l’omicidio della moglie, Maria Visalli, 71 anni, con l’aggravante di avere commesso il fatto approfittando della minorata difesa della donna.

(Ansa – foto Ansa)

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