Caltanissetta. Leandro Janni: “Salvini sta arrecando un danno enorme al Paese, è capace solo di scatenare odio e violenza”
Diciamolo. Con nettezza. Il danno che uno come Salvini (segretario della Lega post-bossiana, vicepremier e attuale ministro dell’Interno) sta arrecando al nostro Paese è enorme. Dopo più di vent’anni di sottocultura berlusconiana, nel vuoto di una sinistra confusa e dispersa, troppo spesso collusa, adesso arriva uno capace soltanto di alimentare strumentalmente angosce e paure. Uno capace soltanto di scatenare odio e violenza. Arriva uno che, in sinergia con la tecno-oligarchia dei Grillo e Casaleggio, mina le basi, i fondamenti della democrazia. Uno che, di fatto, rende impossibile il confronto, il dialogo democratico. «La democrazia è superata» essi dicono. Essi pensano. Irresponsabilmente, spudoratamente.
«Regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l’illusione di essere sovrano» diceva un certo Benito Mussolini. E comunque, vengono in mente – per contrapposizione – le parole di Piero Calamandrei: «Se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del Parlamento e della Magistratura e della Corte costituzionale». Già, la scuola. In tanti, in troppi hanno provato a distruggerla, la scuola pubblica italiana, negli ultimi anni. E ammettiamolo: ci sono quasi riusciti. E i frutti sono evidenti. Tragicamente evidenti.
Ad ogni modo, ricordo – sinteticamente – cos’è la democrazia, cosa si intende per “democrazia”: «DEMOCRAZIA s. f. [dal gr. δημοκρατία, comp. di δῆμος «popolo» e -κρατία «-crazia»]. – 1. a.Forma di governo in cui il potere risiede nel popolo, che esercita la sua sovranità attraverso istituti politici diversi; in partic., forma di governo che si basa sulla sovranità popolare esercitata per mezzo di rappresentanze elettive, e che garantisce a ogni cittadino la partecipazione, su base di uguaglianza, all’esercizio del potere pubblico: paese retto a d.; instaurare la d.; d. diretta o plebiscitaria, quando il potere è esercitato direttamente da assemblee popolari o mediante plebisciti; d. indiretta, rappresentativa, parlamentare, quando il potere è esercitato da istituzioni rappresentative. D. popolare, espressione con cui veniva indicata genericamente l’organizzazione politico-sociale dei paesi socialisti dell’Europa orientale e, in senso più ampio, di tutti i paesi socialisti. b. estens. Paese retto democraticamente: le d. moderne, le d. dell’Europa occidentale. 2. La dottrina stessa, come concezione politico-sociale e come ideale etico, che si fonda sul principio della sovranità popolare, sulla garanzia della libertà e dell’uguaglianza di tutti i cittadini; anche l’applicazione pratica di tale dottrina, e l’insieme delle forze politiche che la sostengono: operare per il trionfo della d.; una d. in lotta contro i regimi totalitarî. D. Cristiana, movimento politico sviluppatosi alla fine del sec. 19° da precedenti forme di cattolicesimo sociale e affermatosi poi come partito in Italia e anche in altri paesi europei ed extraeuropei. D. elettronica, l’utilizzazione delle nuove tecnologie elettroniche, spec. Internet, al fine di favorire la partecipazione dei cittadini alle decisioni che li riguardano in quanto tali e, ancora, di garantire la trasparenza nella gestione della cosa pubblica e la correttezza nella trasmissione delle informazioni. 3. non com. Comportamento democratico, cioè affabile e cordiale, nei rapporti con i dipendenti e le persone di condizione sociale più modesta, determinato soprattutto da rispetto per i loro diritti e il loro lavoro: dare prova di democrazia; la sua d. non è una maschera ma è veramente spontanea» (http://www.treccani.it/vocabolario/democrazia/).
Leandro Janni
Questo suo modo di esprimere giudizi nascondendo la natura di questa sua sinistra relativista e distruttiva che ha portato l’Italia ad essere la parodia di se stessa è tipico di chi persegue lo squallore intellettuale del “politicamente corretto”, di chi utilizza riferimenti sociologici e filosofici sovvertendone i significati col fine maligno di far passare il male per il bene e il bene per il male. La struttura stessa del linguaggio che utilizza per contraffare la realtà è una sovrastruttura ancora più falsa della più bassa demagogia di facciata.. Si faccia un esame di coscienza se voi di certa sinistra neo borghese ne avete ancora una, ed inizi prima di sciorinare lezioni di sociologia a considere il dato storico reale e cioè di come voi della sinistra avete ridotto la nostra Italia.
Complimenti, concordo in pieno, ormai è finita l’era dei “radical chic” de noiantri e se ci troviamo sull’orlo del baratro lo dobbiamo ad una scellerata politica di sinistra che si è presa il potere abusivamente
Complimenti, concordo in pieno, ormai è finita l’era dei “radical chic” de noiantri e se ci troviamo sull’orlo del baratro lo dobbiamo ad una scellerata politica di sinistra che si è presa il potere abusivamente