Caltanissetta, attivo il nuovo Blocco Operatorio del Sant’Elia. Ieri la prima operazione
Aprire un Blocco Operatorio con otto sale operatorie, una Recovery Room e una grande centrale di sterilizzazione non è certo cosa semplice e di tutti i giorni. Se poi tutto ciò accade in poco meno di sei mesi e con tanti scettici attorno, diventa pressocchè impossibile. E invece a meno di 20 giorni dall’inaugurazione ufficiale dove tra gli altri ha partecipato il presidente della Regione Sicilia e l’assessore alla Sanità, si trasloca.
Una parola semplice a dirsi ma trattandosi di sale operatorie nulla di più complesso che non può essere lasciato al caso. Tutto dev’essere calcolato al secondo prevedendo anche eventuali urgenze chirurgiche da gestire in corso d’opera. Vengono trasferite cinque sale operatorie ubicate dei vari piani del P.O. Sant’Elia alla nuova piastra di emergenza ubicata al piano -1.
Il 30 dicembre inizia con una nevicata che fa sperare e sognare il meglio. Alle 4 ci si incontra e alle cinque del mattino si iniziano a dare le prime direttive alla ditta di trasloco per scendere la prima sala. Garantendo sempre due sale disponibili per le emergenze, si inizia a scendere pezzo dopo pezzo ogni singolo componente che costituisce il complesso puzzle di una sala chirurgica.
La cooperazione è inimmaginabile perché tutto il personale ha compreso che non si trattava di una farsa, non certo una passerella questa volta ma, qualcosa di magico stava accadendo. Alle cinque del mattino il fermento era palpabile, volti tirati dall’emozione e carichi di consapevolezza. Quella consapevolezza che solo i grandi professionisti hanno. Ogni cosa al suo posto, sorrisi intervallati da meraviglia e voglia di rimettersi in gioco e anche i più scettici erano con la squadra a vivere momenti indimenticabili. Una squadra partita dalla volontà di un direttore generale lungimirante, competente e sicuro di se, di una responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, capace e determinata ed un Gruppo di Coordinamento del nuovo complesso operatorio legato dalla voglia di dare risposte vere ad una popolazione ormai demotivata ed abituata ad ascoltare solo episodi di mala sanità. Ora dopo ora le singole sale operatorie iniziavano a prendere forma in un Blocco Operatorio di ultima generazione ricco di elementi altamente tecnologici e spazi ben strutturati. Dalle cinque del mattino alle 14 del pomeriggio è stato un susseguirsi di emozioni, tensioni, sorrisi e battute. Fuori nevica, fa freddo ma all’interno delle sale il tempo sembra essersi fermato. I medici, direttori, infermieri neo assunti e veterani si susseguono e ci si rende sempre più conto che non è un sogno. Il tempo passa e come a voler dimostrare che tutto ciò non era un sogno, ecco che sopraggiunge la comunicazione di un’emergenza Neurochirurgica in arrivo: un paziente con un ematoma subdurale che doveva immediatamente essere operato e tutto cambia. Si passa dalla gioia alla seria consapevolezza che adesso dovevamo dimostrare a noi stessi che non era un gioco. Le squadre si dividono, si interrompe temporaneamente il trasloco per garantire gli standard di sicurezza al paziente e quando tutto sembrava allinearsi ecco che arriva un’altra emergenza, contemporaneamente. Un paziente con una gangrena dell’arto inferiore che doveva esser trattata con l’amputazione dell’arto. Il Gruppo di Coordinamento, acquisite le dovute notizie stila un programma di massima parallelo a quello del trasloco e attiva due sale operatorie già pronte. Arrivano i pazienti e le 2 sale iniziano a prender vita. Gli strumentisti organizzano i loro tavoli chirurgici mentre i chirurghi e gli anestesisti iniziano a prepararsi per le loro competenze. Si susseguono le telefonate e si inizia ad operare. Dentro il Blocco Operatorio cala un silenzio religioso spezzato da qualche parola necessaria per coordinare qualcosa che non era mai stata provata, testata in precedenza. Finiti gli interventi chirurgici, si tira un respiro di sollievo e qualche lacrima inizia a scendere dagli occhi di chi, ha creduto fin da subito e continua a credere che fare il medico o l’infermiere è una missione e non semplicemente una professione. Il sogno diventa realtà. Il nuovo Blocco Operatorio del Sant’Elia è ora attivo e sarà un susseguirsi di emozioni, successi e sviluppi tecnologici; è solo l’inizio di un grande percorso di rinascita sanitaria per l’intera provincia nissena. Grazie a tutti per l’impegno, per la determinazione e per la professionalità dimostrata.