Salute. Al 13° congresso nazionale Ainat tra i relatori il medico nisseno Carlo Privitera
Carlo Privitera parteciperà come relatore scientifico al 13° congresso nazionale dell’Associazione italiana neurologi ambulatoriali territoriali (Ainat).
Quest’anno il tema del congresso, che inizia oggi a Napoli e si concluderà il 19 ottobre, sarà: “La Neurologia del territorio nel terzo millennio”.
È stato riservato ampio spazio agli aggiornamenti scientifici nelle varie aree di pertinenza della neurologia clinica. Il congresso vedrà la partecipazione di vari studiosi provenienti dalle più importanti istituzioni sia italiane che straniere per l’acquisizione di competenze tecnico-professionali: aggiornamenti scientifici nelle varie aree di pertinenza del neurologo clinico; approfondite lectures su argomenti di fondamentale valore teoretico e pratico; analisi delle modalità gestionali di alcune tra le principali patologie neurologiche, nell’ottica del network territorio-ospedale-università, tra criticità e future prospettive.
Altre specificità delle giornate sono l’acquisizione competenze di processo: analisi delle modalità gestionali di alcune tra le principali patologie neurologiche, nell’ottica del network territorio-ospedale-università, tra criticità e future prospettive; acquisizione competenze di sistema: studiosi, provenienti dalle più importanti istituzioni universitarie, ospedaliere e territoriali, italiane e straniere, affiancati in un confronto nuovo e costruttivo.
Il medico nisseno Carlo Privitera, nello specifico, domani pomeriggio approfondirà la tematica su “La cannabis medica nella gestione del paziente con disturbi cognitivo-comportamentali”, sviscerandone l’attualità, le controversie e le prospettive future.
“Il sistema cannabinoide endogeno è da considerarsi all’apice di una piramide gerarchica di controllo di tutte le funzioni cerebrali, endocrine e immunitarie – afferma Privitera – . Nelle demenze senili si assiste ad una attivazione delle cellule immunitarie residenti nel cervello, con una conseguente risposta infiammatoria. Questa, nel tempo, è causa del danno dei neuroni. Per fare un esempio, è come se si rompesse la ventola di un computer. Quando si surriscalda (infiammazione) tutti i processori iniziano a funzionare male, così come possono essere attaccati i fili o i circuiti che mettono in comunicazione questi processori (connessioni tra i neuroni). La cannabis medica, pertanto, agisce andando a rafforzare il nostro sistema cannabinoide interno, con l’effetto di modulare la risposta immunitaria (quindi ridurre l’infiammazione), proteggere il tessuto cerebrale e, di conseguenza, migliorarne la funzionalità – conclude il medico nisseno -. Tutto ciò si traduce in un miglioramento della qualità di vita”.