Processo Saguto, anche l’avvocato Falzone lascia la difesa dei suoi assistiti
Al termine di una travagliata riflessione, ho formalizzato la rinuncia al mandato difensivo nel procedimento penale a carico di Cappellano Seminara + altri che, per due anni, mi ha visto al fianco dell’avv. Liborio Paolo Pastorello, in qualità di codifensore degli imputati Carmelo Provenzano, Maria Ingrao e Calogera Manta.
La mia decisione rappresenta da un lato un gesto di solidarietà verso l’avv. Pastorello per l’attacco sferratogli in aula dal pubblico ministero. E dall’altro esprime – per citare le parole del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Caltanissetta – la “preoccupazione per la limitazione e/o lesione del diritto di difesa e delle regole processuali del giusto processo”.
Insieme con l’avv. Pastorello – del quale apprezzo la serietà, la competenza e l’onestà – abbiamo portato avanti con coraggio le ragioni dei nostri assistiti anche a costo di sollevare, nel pieno rispetto delle regole processuali, dure critiche nei confronti degli investigatori o dello stesso ufficio di Procura.
In ogni caso, al di là delle vicende personali, la “preoccupazione” manifestata dall’organismo di categoria induce a sviluppare una riflessione su quanto accaduto.
Nelle scorse udienze, infatti, il pubblico ministero ha messo a conoscenza il Tribunale del contenuto di intercettazioni registrate nel corso di un diverso procedimento penale. Tra queste, anche alcune conversazioni da cui emergevano importanti dettagli della strategia difensiva studiata in favore dei nostri assistiti: compresa la selezione dei documenti che avremmo dovuto depositare – e che di fatto abbiamo depositato – alle udienze successive. La pubblica accusa era pertanto al corrente – in anticipo – delle mosse della difesa. Non solo. Alcuni degli agenti di polizia giudiziaria delegati dal PM alle attività di intercettazione riguardanti il parallelo procedimento penale sono gli stessi che stanno iniziando a deporre come testimoni nel processo Cappellano Seminara + altri.
Il rispetto per i principi costituzionali, primo fra tutti quello della parità delle parti innanzi a un giudice terzo e imparziale, non mi consentono dunque di portare a compimento l’incarico conferitomi dagli imputati.
Avv. Antonino Falzone