Palazzo del Carmine; la commissione Sanità incontra i dirigenti dell’Asp 2, il sindaco Gambino e l’assessore Andaloro per parlare di criticità
Lo scorso 17 luglio la commissione Sanità si è riunita con all’0rdine del giorno l’ organizzazione dei servizi sanitari territoriali e ospedalieri, Pronto soccorso e carenza di personale medico e paramedico in pianta organica dell’Asp 2 di Caltanissetta.
Presenti il direttore generale Alessandro Caltagirone, il direttore sanitario Marcella Santino, il direttore amministrativo Pietro Genovese, il direttore sanitario dell’ospedale “Basarocco” di Niscemi Alfonso Cirrone Cipolla, il primario del Pronto soccorso Aulo Di Grande, la d.ssa Grazia Colletto, il dott. Danilo Greco, il sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino e l’assessore alle Politiche sociali Concetta Andaloro.
Sono stati affrontati aspetti di vitale importanza per la nostra sanità locale. Tra questi, il problema del Pronto soccorso. Ci si è confrontati sulle procedure in atto e sulle caratteristiche del sistema di accettazione e selezione dei pazienti, al fine di verificarne l’efficacia e l’efficienza formulando ipotesi di miglioramento. Ma quali sono le cause che portano al sovraffollamento? Secondo un modello concettuale, la componete in ingresso è costituita dall’eterogenea tipologia di pazienti che richiedono cure in emergenza-urgenza. Oltre a quelli con lesioni traumatiche o malattie acute gravi ci sono tutti i malati affetti da patologie croniche riacutizzate. Ad essi si aggiungono coloro che preferiscono ricevere una visita “soggettivamente” urgente, anziché richiederne una al medico di famiglia o al Servizio di Guardia Medica. Infine c’è la fascia debole della popolazione che, bisognosa di una rapida risposta, ritiene il Ps quasi l’unico modo per accedere alle cure sanitarie (ad es. i cittadini più disagiati, gli immigrati, o le vittime di abusi e violenze).
Poiché molti casi clinici che affollano il Pronto Soccorso sono rappresentati da codici di priorità media o bassa, è proprio sul trattamento di questi ultimi che si deve intervenire per cercare di arginare il problema e per non incorrere in un rialzo della percentuale di malpractice. Inoltre tale situazione potrebbe andare anche a discapito di coloro che presentano problematiche più urgenti e complesse. Per ovviare a tale problematica, il primario Aulo Di Grande ha evidenziato come già sono in atto delle misure per decongestionare il flusso dei pazienti al Ps, un’azione in tal senso che dà buoni risultati di snellimento nell’afflusso indiscriminato, riguarda il Fast Track.
Il Fast Track è un percorso veloce di gestione infermieristica supportato da un modello organizzativo che consiste nella possibilità , con le competenze esercitate dall’infermiere di triage, di inviare il paziente direttamente allo specialista e/o alla diagnostica in presenza di procedure e protocolli validati dall’Azienda e così bypassare la fase di inquadramento e valutazione clinica del medico di Pronto soccorso, ovvero l’invio in reparto di pazienti con una patologia a basso livello di gravità o urgenza , i quali vengono osservati clinicamente e dopo un’adeguata somministrazione terapeutica vengono dimessi senza passare di nuovo dal Ps, evitando così situazioni di sovraffollamento. A tal proposito si è evidenziata l’importanza di avviare un’attività di educazione sanitaria rivolta ai cittadini al fine di rivolgersi al Pronto Soccorso in situazioni di effettiva urgenza e quando si ha “reale” bisogno, quindi sensibilizzare ad un uso responsabile e consapevole.
Altre soluzioni sono state analizzate tenendo conto dell’attivazione di un’altra area “indistinta” Holding Area, con funzione contenitiva per i pazienti in attesa di ricovero nei Reparti specifici.
Un’altra strategia organizzativa per ottimizzare le risorse già esistenti, consiste nella possibilità da parte del pz dimesso, di lasciare il reparto già nelle prime ore della mattinata per snellire le modalità d’accesso a pazienti che sono in attesa di ricovero.
E’ stata affrontata anche la problematica relativa alle liste di attesa. Infatti, la VI commissione ha sollevato il quesito della mancata applicazione del Decreto legislativo 124 del 1998 che prevede la possibilità per qualsiasi cittadino di avere garantito il diritto alla prestazione sanitaria presso uno specialista privato qualora il Sistema Sanitario pubblico non riesce a fronteggiare la richiesta in tempi brevi, il tutto pagando un Ticket così come avrebbe fatto per la stessa prestazione presso la struttura pubblica. Il girettore generale, ci ha rassicurati in tal senso e si sta già lavorando su questo progetto per renderlo operativo tra qualche mese, infatti proprio nel corso della seduta commissione sanità ci è stata anticipata un’importantissima azione, che riguarda un nuovo sistema di prenotazione automatizzata in rete tra pubblico e privato, che consentirà al cittadino di usufruire in tempi brevi della prestazione richiesta.
Un’altra questione affrontata con tutti manager presenti è stata la carenza di personale sanitario e non, rispetto ai parametri previsti in pianta organica, anche su questo fronte arrivano notizie confortanti, infatti proprio a fine mese avverrà la pubblicazione di un Bando di concorso per circa 150 unità, medici di diverse specialità, da assumere presso la nostra azienda sanitaria.
Inoltre la VI commissione ha proposto di costituire un’associazione di medici specialisti volontari attraverso un’intesa tra Comune e A.s.p n°2 per garantire il diritto alla salute a quella parte di cittadini che versano in condizioni economiche precarie. Il Professionista che vorrà aderire al Progetto metterà tempo ed esperienza a disposizione dei pazienti fragili (anziani, donne sole e svantaggiate con i loro bambini, immigrati etc) che non sono in grado di sostenere economicamente il costo di una visita specialistica.
Inoltre si è proposto ai manager nell’ambito della stessa Uo di porre attenzione alla compartimentalizzazione in appositi spazi delle degenze di Ginecologia da quello di Ostetricia al fine di evitare la commistione tra patologia non ostetrica dalle problematiche legate al momento del parto (e relative complicanze). Per esempio risalta l’opportunità di riservare opportuni spazi al fine di evitare che gli esiti problematici di un caso clinico (es.gravidanza complicata) possano ripercuotersi negativamente in tutto l’ambito della degenza, ancora più razionale appare la necessità di procedere alla separazione delle due branche da cui è costituita la specialità, in quanto essendo la Ginecologia una Chirurgia Specializzata, presenta problematiche del tutto diverse da quelle relative alla maternità, per cui diverso è il tipo di assistenza medico-infermieristico richiesto, l’età delle pazienti e gli esiti previsti per le diverse situazioni cliniche.
Sono stati davvero tanti gli aspetti affrontati ed analizzati attivando strategie innovative e funzionali tese a trovare modelli e soluzioni alternative, al fine di tutelare il diritto alla salute dei cittadini nisseni.