Niscemi. Furto di computer in una scuola; quattro denunciati dalla Polizia
Denunciate quattro persone: due pregiudicati niscemesi per furto; un cittadino magrebino e il titolare di un laboratorio di assistenza informatica per ricettazione. Venerdì mattina i poliziotti del Commissariato di P.S. di Niscemi sono intervenuti in via Carlo Alberto Dalla Chiesa, presso il Liceo Scientifico “Leonardo Da Vinci”, dove era stato consumato un furto. Nel corso del sopralluogo, gli agenti intervenuti, hanno accertato che i malviventi, dopo aver tagliato un tratto di rete di recinzione e forzato una porta di ingresso del plesso scolastico, sono entrati all’interno dei locali asportando dagli uffici cinque stampanti multifunzione e otto monitor per computer; inoltre, hanno scassinato due distributori automatici di bevande e merendine, asportando l’interno incasso in esse contenuto e un numero imprecisato di bevande e merendine. Le indagini, avviate immediatamente dai poliziotti della giudiziaria, hanno consentito di individuare due sospettati, entrambi pregiudicati niscemesi, i quali hanno venduto le stampanti rubate a un venditore ambulante di nazionalità magrebina e nascosto i monitor nei pressi della scuola in attesa di recuperarli in seguito. Il magrebino, individuato, ha confermato di aver acquistato cinque stampanti, al prezzo di duecento euro, e di averle depositate all’interno di un laboratorio di assistenza informatica di Niscemi il cui titolare era informato della loro provenienza. Inoltre i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato sei degli otto monitor rubati e nascosti. I due autori del furto sono stati quindi denunciati per furto aggravato in concorso e il cittadino magrebino e il titolare del laboratorio di assistenza informatica, invece, per il reato di ricettazione. Nel corso delle indagini è emerso che uno degli autori del furto, per reclamizzare la merce rubata, aveva fatto delle foto con il proprio cellulare, inviandole all’acquirente magrebino, il quale aveva scelto di comprare solo le stampanti e non anche i monitor, che perciò erano rimasti occultati nel luogo dove poi sono stati rinvenuti e sequestrati dagli agenti.