Montante, annullato il reato di associazione a delinquere. La Cassazione chiede una nuova pronuncia
La Cassazione mette in discussione il reato di associazione a delinquere contestato ad Antonello Montante. I giudici della Suprema corte si sono pronunciati sull’ordinanza del gip di Caltanissetta che a maggio ha portato il leader di Confindustria in carcere per associazione a delinquere e corruzione. Gli ermellini hanno annullato il capo dell’atto dell’accusa della procura nissena che riguarda il reato associativo e hanno ordinato una nuova pronuncia del tribunale del riesame. Non si conoscono ancora le motivazioni della decisione, che riguarda pure due dei principali coindagati di Montante, il colonnello Giuseppe D’Agata e l’ex capo della security di Confindustria Diego Di Simone Perricone, attualmente ai domiciliari. Il vertice della procura diretta da Amedeo Bertone si dice comunque sereno, “le prove sono solide, all’esame del giudice che si sta occupando della posizione di Montante c’è un ampio quadro accusatorio che la Cassazione non aveva, perchè la valutazione si limitava all’ordinanza del gip”.
I pubblici ministeri ricordano che il tribunale del riesame di Caltanissetta ha già confermato in pieno l’ordinanza del gip Maria Carmela Giannazzo, provvedimento che la Cassazione rimette però in discussione in un capitolo importante. Ma vengono confermati tutti gli altri reati contestati, dalla corruzione al favoreggiamento, alla rivelazione di notizie riservate. Ed è una conferma autorevole quella della Cassazione.
“Montante non ha creato alcuna associazione a delinquere”, rilancia l’avvocato Nino Caleca, che difende Montante con il collega Giuseppe Panepinto. In Cassazione, si è presentato anche un nuovo legale dell’imprenditore, l’avvocato Carlo Taormina. “Nei prossimi giorni – dice ancora Caleca – chiederemo al giudice di merito di valutare se per le singole ipotesi di corruzione contestate, Montante debba restare ancora in carcere”.
L’ex presidente di Sicindustria ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato. La decisione della Cassazione (peraltro non definitiva, perché adesso dovrà pronunciarsi nuovamente il tribunale del riesame) non fa cadere allo stato l’associazione a delinquere, il principale reato contestato a Montante, potrebbe però avere comunque degli effetti sulla valutazione del giudice chiamato a decidere. “Effetti potrebbero esserci pure sulla competenza”, dice l’avvocato Marcello Montalbano, il difensore di Di Simone, pure lui ha discusso il ricorso in Cassazione. “E’ il reato di associazione a delinquere che radica il caso a Caltanissetta”. Per la procura non è così, perchè il rito abbrevviato per Montante si è ormai incardinato ed è in una fase avanzata.
Insomma. a sorpresa, il processo sembra riaprire alcuni spiragli alla difesa dopo una sfilza di conferme all’impianto accusatorio. Di recente, un gip ha anche disposto il rinvio a giudizio per gli imputati che non hanno chiesto l’abbreviato, il processo inizierà il 17 dicembre.
(Articolo di Salvo Palazzolo-https://palermo.repubblica.it/cronaca/2018/11/21/news/montante_la_cassazione_annulla_il_reato_di_associazione_e_chiede_una_nuova_pronuncia_del_tribunale-212270328/)