La lettera: “Giovani sempre più distaccati dalla politica, partiti lontani dalle nuove generazioni”
Il rapporto al giorno d’oggi tra i giovani e la politica è molto complesso. Negli ultimi decenni vi è stato un cambiamento radicale nell’approccio a questa materia a cui tutti dovrebbero interessarsi in quanto, attraverso essa si decide quale sia la cosa migliore per uno stato, una regione o una città e sopratutto per i suoi cittadini. In passato, soprattutto durante il periodo del boom economico, interessarsi di politica era una cosa normale, perché considerata strumento per partecipare al mutamento del paese. Oggi invece, i giovani che si avvicinano alla politica sono sempre di meno, tanto da potersi definire “mosche bianche” in una società dominata da valori preconfezionati, dal così detto “mordi e fuggi”, da pratiche create ad hoc per limitare l’uso del cervello.
I giovani d’oggi infatti, disinformati, distaccati e lontani dal tema politico, preferiscono occuparsi di altri argomenti. Difatti, è sempre più difficile trovare giovani che si incontrano e discutano di argomenti politici, del perché il governo ha preso determinate decisioni o quale potrebbero essere le soluzioni per uscire dalla crisi che sta mettendo in difficoltà la maggior parte dei paesi. L’atteggiamento di “menefreghismo” può essere percepito anche all’interno dell’istituzione scolastica. Negli ultimi anni è cresciuto sempre più un senso di sfiducia nei confronti di quest’importante istituzione. Infatti, capita spesso di ascoltare giovani adolescenti dire: “I politici sono tutti ladri“, oppure “la politica è una cosa sporca”. Vedono tutto nero e senza speranza.
La domanda che sorge spontanea è la seguente: “Come si può spiegare il disinteresse totale dei giovani nei confronti di una materia tanto importante in quanto riguarda tutti i cittadini da vicino?”. La risposta a tale interrogativo è molto semplice! La causa principale del suddetto atteggiamento va ricercata all’interno dei partiti, considerati un tempo luoghi di discussione e formazione ai quali i giovani si avvicinavano per mezzo delle sezioni e delle parrocchie. Oggi invece, non vengono più visti come officina dove forgiare i dirigenti del futuro, ma come luoghi noiosi, troppo monolitici, incapaci di suscitare passione o interesse perché ritenuti lenti nel recepire gli stimoli delle nuove generazioni. Quindi io invito tutti i giovani della mia città e sopratutto i genitori ad avviare i propri figli ad un percorso politico, perché un domani saremo i politici di noi stessi.
Andrea Gennuso