La cripta scordata e… gli Heroi Moncadi
Donna Aloysia e Francesco II
Qualche anno fa un rigattiere mi ha mostrato un gruppo di fotografie di una sepoltura, che non riusciva a capire dove si trovasse; non capendone l’importanza, ma ben conoscendo i miei interessi storico locali, me le ha cedute perché non sapeva che farsene …
Io non stavo nella pelle quando guardandole con attenzione ho capito che poteva trattarsi della cripta della chiesa dell’Assunta per via di altre alcune notizie avute, per cui i resti potrebbero essere quelli di Aloysia e di Francesco II che sono ivi sepolti.
Lapidi di Donna Aloysia e Francesco II
Dalle foto ho potuto ricostruire parzialmente la planimetria di questa cripta, che sembra essere totalmente o quasi scavata nella calcarenite gialla della quale è formata la puntara dove sorge-va il complesso cappuccino.
Dalle foto si vede lo sfarinamento tipico del tufo.
La cripta dovrebbe essere formata da diversi locali, divisi in due parti.
Botola d’accesso
Il primo (forse) posto sotto il presbiterio in corrispondenza delle lapidi, si trova un ampio locale voltato, al centro del quale si vede la botola di accesso, lateralmente (non è chiaro) dovrebbero esserci i loculi laterali, posti in corrispondenza delle lapidi che sono ai lati dell’altare e indicano le sepolture di Aloysia e Francesco II.
In questi loculi, fanno capolino due crani, uno di questi, per la forma anatomica delle orbite oculari sembra appartenente ad un individuo di sesso femminile mentre l’altro, con i tratti più prominenti, invece apparterrebbe ad uno maschile.
Sono i resti di Luisa e Francesco II?
Nella cripta si vedono ai lati, lungo le pareti dove si trovano, i “colatoi” entro nicchie dove venivano posti i corpi dei defunti per il processo di essiccazione naturale (almeno otto, per un problema di simmetria): a causa dei detriti non si vedono gli appositi sedili-colatoio in muratura.
Nell’altro locale, diviso da un corridoio , si vedono diverse “stanze” con dei colatoi a letto formati dai classici “catusi” sui quali venivano coricati singolarmente i cadaveri.
Nicchie colatoio
Una volta terminato il processo di putrefazione dei corpi, le ossa venivano raccolte, lavate e trasferite nella sepoltura definitiva dell’ossario.
Si vede pure una vasca, che costituirebbe l’ossario in cui erano accumulati i resti scheletrici degli individui. Sopra le nicchie.
Vasca ossario
Dalla fine del XIX secolo, dopo la confisca dei beni con le leggi eversive del dittatore Garibaldi, il complesso fu trasformato in nosocomio mentre la chiesa, e relativa cripta, non più utilizzata per gli scopi originari, abbandonata all’oblio è andata progressivamente in rovina; di questo luogo si è “stranamente” persa la memoria: soltanto da queste foto risalenti alla fine degli anni novanta, è stata “riscoperta”.
Attualmente lo stato di conservazione della cripta è molto degradato: da quello che si vede, sia le strutture architettoniche che le eventuali decorazioni risultano deteriorate e purtroppo sono state inesorabilmente compromesse dal tempo.
Anche se resta il rimpianto delle cose irrimediabilmente perdute, spero che le autorità competenti provvedano a non far perdere definitivamente questa straordinaria testimonianza del passato.
Il cranio maschile applicato ad un ritratto di Francesco II.
Documento a cura dell’architetto Giuseppe Saggio
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