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Gela, circonvenzione d’incapace: scatta l’operazione San Giuseppe dei carabinieri

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La Procura della Repubblica di Gela ha ottenuto dal GIP presso il Tribunale due ordinanze di misura del divieto di avvicinamento per il reato di circonvenzione di incapaci continuato, aggravato in concorso e la misura cautelare reale del sequestro preventivo di ingenti somme, ritenute profitto dell’illecita attività ai danni di una delle vittime della circonvenzione di incapaci ordita da due indagati; nella serata di ieri 25 febbraio 2019, i Carabinieri del N.O.R.-Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Gela, che hanno condotto le indagini, hanno dato esecuzione al provvedimento cautelare.

L’ATTIVITA’ D’INDAGINE: il risultato oggi ottenuto trae origine dall’attività di indagine espletata subito dopo le esecuzioni cautelari dell’operazione “SAN GIUSEPPE”, ove è stata accertata, allo stato, l’esistenza dell’associazione per delinquere costituita da MURANA Emanuele, da CIUBOTARU Elena e CIUBOTARU Vasile Daniel, dedita alla circonvenzione di incapaci ed allo sfruttamento e induzione alla prostituzione.

Grazie al coraggio di una delle anziane vittime si è giunti all’esecuzione delle misure cautelari del divieto di avvicinamento odierne nei confronti di due familiari della stessa. S.A. ed il figlio C.R. infatti, approfittando della vicinanza del c.d. “focolare domestico”, si erano sostituiti agli iniziali indagati, condizionando le scelte dell’anziana vittima che trascorreva buona parte delle sue giornate in piena solitudine.

Le indagini hanno permesso di mettere in risalto il disegno criminoso, protrattosi nel tempo dei due indagati, i quali, sfruttando lo stato di “deficienza psichica” e di analfabetismo della vittima, lo avevano indotto a compiere prelevamenti e operazioni finanziare, riversando le somme su conti correnti intestati ai malfattori.

L’attività investigativa compiuta tramite meticolosi accertamenti e riscontri bancari, volti a ricostruire il flusso del denaro sottratto all’anziano, hanno permesso di rinvenire e recuperare, ponendoli sotto sequestro preventivo, la somma di euro 74.845,72, giacente sui conti degli indagati ritenuto il profitto del reato.

L’importante risultato investigativo ottenuto oggi testimonia l’aderente presenza e vicinanza delle Istituzioni sul territorio, sensibili a raccogliere i gridi di allarme e dare pronta e concreta risposta soprattutto a quelle fasce deboli o vittime, come nel caso in ispecie, dei loro stessi familiari

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