Femminicidi, altri due casi. Nel Padovano e in Calabria
Due donne sono state uccise a coltellate dai loro partner, nel Veneto e in Calabria, proprio mentre si celebra oggi la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Un uomo di 40 anni ha ucciso la moglie con una coltellata al petto a Cadoneghe, in provincia di Padova. L’omicida si chiama Jennati Abdefettah, ha 40 anni, è marocchino e fa il magazziniere. I tre figli che abitavano con la coppia sono stati affidati a un’amica della madre che abitava vicino a loro.
A chiamare i carabinieri è stato proprio l’omicida nella notte. La donna è stata trovata distesa nel suo letto. A scatenare la violenza sarebbe stato uno scatto di gelosia: in passato sembra che lei avesse denunciato il suo comportamento violento, ma poi aveva ritrattato. Sul posto i carabinieri del nucleo investigativo, il pm di turno Marco Brusegan, il medico legale Antonello Cirnelli.
In Calabria, un uomo è stato sottoposto a fermo del pm perché ritenuto l’autore dell’omicidio della donna di 51 anni il cui cadavere è stato trovato nascosto tra gli scogli a Stalettì, sulla costa ionica catanzarese. Si tratta di un 36enne di Badolato che, secondo le indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Soverato aveva una relazione extraconiugale con la donna. Il movente del delitto, secondo i primi accertamenti, è di natura passionale.
“La ricorrenza di oggi induce a riflettere su un fenomeno che purtroppo non smette di essere un’emergenza pubblica. Le notizie di violenze contro le donne occupano ancora troppo spesso le nostre cronache, offrendo l’immagine di una società dove il rispetto per la donna non fa parte dell’agire quotidiano delle persone, del linguaggio privato e pubblico, dei rapporti interpersonali”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione in occasione della “Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne”.
” Le istituzioni – sostiene Mattarella -hanno raccolto il grido di allarme lanciato dalle stesse donne e dalle associazioni che da decenni sono impegnate per estirpare quella che è, ancora in troppe situazioni, una radicata concezione tesa a disconoscere la libertà delle donne e la loro capacità di affermazione. Per questo resta fondamentale, per le donne che si sentono minacciate, rivolgersi a chi può offrire un supporto e prevenire la degenerazione della convivenza in violenza”. (ANSA)