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Declassamento trauma center, Polo Civico: “Continui scippi. Si comprende bene la volontà di ristrutturare il Dea di II livello per favorire le città metropolitane a spese di Caltanissetta”

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Di seguito una nota dei consiglieri Lorenzo La Rocca e Patrizia Giugno.

La notizia del declassamento del trauma center dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta dei giorni scorsi ha quel gusto amaro che questa città purtroppo conosce molto bene e che nulla ha che vedere con la nota bevanda che da anni è prodotta nella nostra città.
Tanti sono stati nei decenni passati gli scippi che i nisseni hanno dovuto subire, risulterebbe ormai inutile e masochista ricordarli uno per uno. E questa notizia del declassamento da centro trauma ad alta specializzazione a centro trauma di zona, deciso con decreto assessoriale del 4 febbraio 2019, ha tutte le caratteristiche degli scippi di cui sopra. Delle 4 macro aree individuate nel decreto del 4 febbraio l’unica a non avere un centro trauma ad alta specializzazione è proprio quella interna che comprende Caltanissetta, Enna ed Agrigento, a differenza delle restanti Catania, Palermo e Messina.
A voler vedere oltre questo “semplice” decreto che riorganizza la rete regionale per l’assistenza al politraumatizzato, nulla di buono si può sperare: un punto di assistenza sanitaria alla popolazione sempre più svuotato dei suoi asset strategici. Dove arriveremo? Si comprende bene la volontà di ristrutturare il Dea di II livello per favorire le città metropolitane a spese di Caltanissetta, delle aree interne e della salute dei cittadini.
E in tutto questo tentativo ben orchestrato risulta ancora più sgradevole il silenzio generale della classe politica di questa città.
Ormai sembra quasi che si accetti con apparente saggezza stoica un depauperamento del territorio mirato esclusivamente a relegare, ancora di più, le aree interne dell’isola a periferia abbandonata al suo più triste destino.
Ma la nostra deputazione che fine ha fatto?
Chi ha un ruolo istituzionale in rappresentanza dei cittadini nisseni come mai non ha gridato allo scandalo in questo mese e mezzo che è trascorso dal 4 febbraio?
Ad oggi le uniche dichiarazioni rese alla stampa su questa vicenda sono state quelle del Sindaco Ruvolo a nome dell’amministrazione della città, per il resto si è solo avvertito un silenzio assordante da tutta la politica. Silenzio da parte della nostra deputazione, forse troppo impegnata nella campagna elettorale che fra meno di un mese interesserà Caltanissetta. Silenzio da parte dei candidati alla carica di primo cittadino sponsorizzati da quella stessa deputazione. Silenzio da parte dei partiti che alla regione siedono fra gli scranni della maggioranza e che sostengono il governo regionale e quindi l’Assessore firmatario del decreto. Silenzio dalle opposizioni.
Oggi crediamo che tutti dobbiamo sentire la responsabilità di battaglie politiche come queste, a prescindere dai vari colori politici. Tutti a cominciare dalla società civile, dai comitati di quartiere, gli ordini professionali (a partire dall’ordine dei medici), le associazioni laiche e cattoliche e del terzo settore; i sindacati, il mondo della scuola, i sindacati, i club service, le consulte comunali. Uniti per difendere gli interessi collettivi così come è stato fatto per la ss640.
Ed infine, riteniamo che questa Città abbia diritto a delle chiare prese di posizione da alcuni rappresentati politici, dei chiarimenti utili a comprendere il peso del nostro territorio nelle dinamiche politiche regionali.
E come spiegheranno questo silenzio gli aspiranti candidati alla poltrona più calda di questa città? Abbiamo una campagna elettorale davanti e credo che la città aspetterà con impazienza risposte così importanti per la tutela della sua stessa salute.

 

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