Anche tre nisseni coinvolti nel blitz antimafia “Montagna”. Droga ed estorsione le accuse
Ci sono anche tre nisseni tra i 56 coinvolti nell’inchiesta antimafia “Montagna”, che ha fatto luce sull’attività delle cosche mafiose in sei province siciliane. Pizzo e droga i “settori” in cui i tre, a vario titolo, sarebbero stati attivi, secondo la ricostruzione degli inquirenti. Nel dettaglio si tratta di Alfonso Scozzari (difeso dall’avvocato Ernesto Brivido), ritenuto un esponente di spicco della cosca mafiosa di Vallelunga Pratameno, Antonio Domenico Cordaro (difeso dall’avvocato Davide Anzalone), considerato uno dei vertici della famiglia mafiosa di San Cataldo e Francesco Giordano, originario di Niscemi e considerato un affiliato alla mafia ennese.
Scozzari e Giordano, secondo quanto emerso dall’inchiesta, avrebbero avuto un ruolo – insieme ad altri mafiosi del palermitano e dell’agrigentino – nell’estorsione all’impresa Coco di Paternò, che era incaricata di eseguire alcuni lavori in una scuola di Bivona, in provincia di Agrigento. In particolare, all’impresa, sarebbe stato imposto di rivolgersi a una ditta vicina alla mafia per i lavori di movimento terra e inoltre di assumere persone gradite all’organizzazione.; fatto che risale alla fine dell’ottobre 2014.
Nell’inchiesta c’è anche il caso di un presunto giro di droga tra San Cataldo, Racalmuto e Favara, in cui anche la mafia ennese avrebbe fatto da tramite, proprio attraverso Giordano. Un affare per la vendita di 13mila euro di cocaina in cui sono coinvolti, sempre secondo l’accusa, Cordaro e lo stesso Giordano. Cordaro avrebbe venduto la droga ad alcuni mafiosi dell’agrigentino e Giordano avrebbe fatto da tramite.