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Una microspia tarocca per incastrare un giornalista

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“…Un discorso a parte merita, invece, altra vicenda svoltasi in prossimità delle festività pasquali del 2015,..
Si tratta di una vicenda che si è potuta compiutamente accertare, infatti, attraverso le dichiarazioni rese a questo Ufficio da Marco VENTURI nel corso del primo atto istruttorio effettuato subito dopo aver rilasciato l’intervista al giornalista Attilio BOLZONII.
In particolare il VENTURI dicharava che il 9 aprile del 2015 – dopo aver fatto rientro, il giorno precedente, a Caltanissetta da un viaggio all’estero per i giorni di festa della Pasqua – si era tenuta una riunione in Confindustria Centro Sicilia e, in quella occasione, il direttore Carlo LA ROTONDA gli aveva comunicato che il precedente 3 aprile gli era stato ordinato dal MONTANTE e dal DI SIMONE (il capo della Security di Confindustria, ndr) di effettuare una bonifica nei locali dell’associazione.
Il LA ROTONDA gli aveva anche mostrato un sacchetto contenente una microspia, a suo dire ritrovata, all’esito di quelle operazioni di bonifica, all’interno di un termosifone della sala d’aspetto.
A quel punto si era decisamente adirato con il LA ROTONDA per il fatto che, una volta rinvenuta, la microspia fosse stata rimossa dal luogo ove era stata installata e non si erano, invece, interessate le competenti autorità onde consentire di dar luogo ai necessari ed immediati accertamenti.
Sempre in quella circostanza il LA ROTONDA gli aveva evidenziato che la necessità di dar luogo a quelle operazioni all’interno degli uffici della associazione era scaturita da una visita che, due giorni prima, il giornalista Gianpiero CASAGNI aveva ivi effettuato ed aveva anche ipotizzato che potesse essere stato proprio il CASAGNI ad installarla abusivamente.
Rispondendo, poi, su sua specifica sollecitazione, il LA ROTONDA gli aveva pure fatto presente di non aver ancora sporto denuncia presso le competenti autorità, sicché lo aveva perentoriamente invitato a farlo, ma questi gli aveva evidenziato che ne avrebbe prima dovuto parlare con il DI SIMONE ed il MONTANTE, posto che, peraltro, era stato proprio quest’ultimo a consentirgli di essere nominato direttore di CONFINDUSTRIA CENTRO SICILIA
..Aveva (Venturi, ndr) successivamente saputo che il LA ROTONDA si era determinato a denunciare i fatti alla polizia, ma non secondo il loro reale svolgimento.
..Alla fine del mese di maggio di quell’anno, si era recato a far visita al MONTANTE, il quale gli aveva domandato spiegazioni su cosa fosse avvenuto con Carlo LA ROTONDA. Dopo avergli esposto i fatti, il MONTANTE si era mostrato decisamente contrariato, evidenziandogli di essere estraneo a quella vicenda, ma egli aveva a quel punto replicato che il LA ROTONDA gli aveva esplicitamente parlato delle disposizioni da lui ricevute sulla bonifica da effettuare.
Le dichiarazioni del VENTURI sulla vicenda in trattazione sono state sottoposte a certosina attività di verifica, i cui esiti consentono di ritenere che la narrazione degli eventi dallo stesso fornita abbia trovato un puntuale riscontro dal complesso degli elementi acquisiti, dei quali si darà conto, di seguito, secondo una elencazione cronologica.
Ed invero:
Il giornalista Gianpiero CASAGNI aveva effettivamente fatto visita ai locali di CONFINDUSTRIA CENTRO SICILIA in epoca antecedente e prossima alle festività pasquali del 2015 (il giorno 6 o 9 marzo 2015).
In data 26.09.2015, infatti, il CASAGNI veniva escusso a sommarie informazioni testimoniali dalla polizia giudiziaria ed in quella occasione dichiarava di essersi recato una sola volta all’interno dell’immobile in cui è ubicata la sede di Confindustria Centro Sicilia per chiedere informazioni in merito al P.O.N. sicurezza e ad accertare che all’interno della predetta sede operasse lo sportello legalità.
Il CASAGNI riferiva, altresì, che il suo ingresso all’interno della sede di Confindustria era avvenuto il venerdì o il lunedì precedente al 12 marzo 2015 – data in cui lo stesso pubblicava sul settimanale Centonove l’articolo “Confindustria che bel PON PON di legalità”— e, dunque, il 6 o il 9 marzo 2015.
Il CASAGNI aveva poi precisato che, nell’occasione, una impiegata gli aveva riferito che non vi fosse nessuno degli addetti allo sportello P.O.N., sicché aveva parlato con un giovane che si era poi annotato il suo indirizzo e-mail per inviargli le informazioni che aveva richiesto e che, però, non gli erano mai state in seguito fornite.
In data 18 marzo 2015, Carlo LA ROTONDA si presentava presso la locale Squadra Mobile per rendere spontanee dichiarazioni con le quali rappresentava che, quella mattina, nella cassetta della posta di Confindustria Centro Sicilia era pervenuta una busta contenente una missiva con la quale si rappresentava, tra le altre cose, che il giornalista “Giampiero CASAGNI” sarebbe stato ingaggiato per distribuire carte e documenti sottratti a Confindustria.
Nell’occasione il LA ROTONDA consegnava anche la missiva, contenuta in una busta riportante il timbro postale con la data del 17.03.2015, nella quale l’anonimo estensore evidenziava anche che il CASAGNI fosse “uomo vicino alla mafia nissena e in particolare a Di Vincenzo Piero, Tullio Giarratano, Umberto Cortese, Ivan Rando e Michele Tornatore, tutti associati e vicini alla famiglia Madonia unico filo conduttore e altri..”
Come meglio si dirà, in data 3 aprile 2015 veniva effettivamente eseguito un intervento ( di bonifica, ndr) nei locali di CONFINDUSTRIA CENTRO SICILIA, del quale veniva incaricata la ditta CALI’ SERVICE. In questa sede, appare opportuno sottolineare che — esattamente come riferito dal VENTURI — la ditta in questione veniva con certezza investita di tale incarico da parte di Diego DI SIMONE in epoca di poco antecedente al 26 marzo 2015.
Il VENTURI parlava anche del comportamento del DI SIMONE, che aveva incontrato il giorno 13 aprile a Palermo, il quale gli aveva evidenziato che fosse successa “una cosa gravissima..”.
Così come non può che suscitare enormi perplessità la circostanza che non si sia, di fatto, consentito alle forze dell’ordine di poter effettuare un sopralluogo nell’immediatezza e così poter constatare il luogo ove la microspia sarebbe stata collocata e, ancor piu?, verificare se nei dintorni vi fosse una possibile postazione di ricezione del segnale, posto che l’apparato — come in precedenza rilevato — aveva una portata assai ridotta (circa 100 metri).
Orbene, le evidenti anomalie nello svolgimento della vicenda sin qui segnalate possono trovare una valida chiave di lettura laddove si tenga presente quanto con certezza riferito dal LA ROTONDA al VENTURI il 9 aprile 2015 e cioè che la asserita “bonifica” si sarebbe resa necessaria perché il giornalista CASAGNI, qualche tempo prima, aveva fatto visita, per ragioni legate alla sua professione, alla sede di Confindustria Centro Sicilia e perché pochi giorni dopo era giunto, all’indirizzo dell’associazione, un esposto anonimo che indicava sempre il CASAGNI come dedito alla raccolta di informazioni “per danneggiare il sistema di legalità da voi messo in atto”.
Si tratta, a ben vedere, di altre circostanze che il LA ROTONDA ha accuratamente omesso di evidenziare in sede di denuncia, riferendo di non aver sospetti sul conto di alcuno.
In particolare “l’interesse” del MONTANTE all’accesso del CASAGNI presso i locali di CONFINDUSTRIA CENTRO SICILIA appare testimoniato da un’annotazione contenuta nel file excel di cui si è più volte detto nel corso della presente richiesta, ove, alla data del 6 marzo 2015, è testualmente riportato:
Casagni Gianpiero va in modo strano in Confidustria Centro 0603/2015 Sicilia (mi dà comunicazioni di questo Catanzaro)
Inoltre, occorre richiamare in questa sede gli elementi di cui si è già dato conto in precedenza (accessi abusivi in banca dati S.D.I. e documentazione rinvenuta nell’abitazione di contrada Altarello di Serradifalco) dimostrativi della consueta raccolta di informazioni effettutata dal MONTANTE proprio in direzione del CASAGNI.
Orbene, laddove riguardate proprio alla luce di quelle acquisizioni procedimentali, le innegabili lacune, falsità e reticenze contenute nella denuncia sporta dal LA ROTONDA trovano una loro plausibile spiegazione, potendo dirsi evidente l’interesse astrattamente nutrito dal MONTANTE a poter disporre di un elemento in grado di screditare il CASAGNI, “colpevole”, ai suoi occhi, non solo di aver pubblicato numerosi articoli estremamente critici nei suoi confronti in epoca successiva al 9 febbraio 2015, ma, ancor prima, di aver cercato di far pubblicare dal settimanale “Panorama”, come si è detto in precedenza, notizie sul conto del MONTANTE, vicenda della quale quest’ultimo era stato messo a parte dal direttore del settimanale Giorgio MULE’ nell’autunno del 2014.
Se ne trae, dal complesso degli elementi di cui si è già detto – e che non occorre pertanto ripetere in questa sede – che il CASAGNI, indiscutibilmente, era entrato in rotta di collisione col MONTANTE almeno già dall’autunno del 2014..”.

http://mafie.blogautore.repubblica.it/2018/11/14/2432/?fbclid=IwAR0N_nDDg0rkdlKoecvDr6MPeqL2BQfm9ekAEyznyhz5gFb44ocK0XojgjE

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