San Cataldo. Tentato furto, domiciliari confermati per i fratelli Raimondi. “Abbiamo agito per bisogno”
Al giudice hanno raccontato di avere agito perché spinti dal bisogno di soldi e per adesso i fratelli Andrea e Salvatore Raimondi, di 20 e 27 anni, resteranno agli arresti domiciliari come disposto dal giudice monocratico Santi Bologna, al termine dell’udienza di convalida che ha dato il via al processo per direttissima. I due avevano cercato di introdursi nella gioielleria “Gibiino” di San Cataldo, praticando un buco sul pavimento dell’appartamento al piano di sopra del negozio. I rumori avevano allertato alcuni residenti e sul posto, dopo la chiamata al “112”, sono arrivati i carabinieri, insieme a una volante della polizia e ai vigili del fuoco; i fratelli Raimondi avevano cercato di fuggire dal tetto, ma sono stati raggiunti e arrestati.
La pm Nadia Caruso aveva chiesto la detenzione in carcere; l’avvocato difensore Giuseppe Dacquì si è opposto alla richiesta dell’accusa e ha chiesto un termine per valutare se chiedere un rito alternativo (abbreviato o patteggiamento). Il processo riprenderà a maggio.