Mascherine trasparenti per “non sordi”, l’appello di un nisseno con disabilità uditiva
a scrivere questa lettera è una persona con disabilità uditiva, cioè una persona sorda.
Tenevo in particolare a scrivere una lamentela, non per creare una polemica inutile, ma per una critica costruttiva diretta alle persone “non sorde”: vi chiedo di utilizzare delle maschere trasparenti.
Finora in giro ho visto il più delle volte delle maschere non trasparenti.
Le maschere trasparenti servono per facilitare la comunicazione, tramite la lettura labiale, tra persone sorde e persone “non sorde”.
A tal proposito riporto alcuni esempi negativi.
Un giorno mi sono recato in banca e ho trovato impiegati che usano delle mascherine non trasparenti. Pur essendo dietro un vetro che li tiene ben distanti per la loro sicurezza, sono stato accompagnato da un familiare che, abbassando la maschera per “tradurrmi” ciò che mi veniva chiesto l’operatore, è stato rimproverato e gli è stato imposto di usare “con forza” la mascherina non trasparente.
Oppure un’altra circostanza è che spesso la gente mi chiede delle informazioni, che mi è impossibile dare proprio per la maschera non trasparente. Così io sono costretto molto spesso ad abbassare le mascherine, mettendo in pericolo me e gli altri. Quando faccio notare la mia sordità con le protesi acustiche, facendo capire che al limite posso leggere il labiale delle persone “non sorde”, coloro che mi fanno domande o per fare conversazioni sono in difficoltà.
Questo fatto mi ha portato a numerosi problemi di comunicazione.
Molte persone sorde spesso si fanno accompagnare dai familiari per le normali commissioni, faccende come il disbrigo delle pratiche o altro, e necessitano di tradurre con la lettura labiale abbassando la mascherina non trasparente.
Purtroppo la gente “non sorda” pensa che le protesi acustiche o l’impianto cocleare fanno miracoli.
Addirittura a molti miei “fratelli” e “sorelle” delle comunità sorde italiane sono state comminate multe per l’ignoranza o per la noncuranza di alcuni agenti delle forze dell’ordine italiane; spero che nella mia Sicilia una cosa simile non la leggeremo mai nei giornali.
Per queste ragioni vi scrivo questa lettera, al fine di sensibilizzare sia l’opinione pubblica che le istituzioni per dare un aiuto alle persone con disabilità uditive.
Senza mascherine trasparenti, o la gente impara ad usare la LIS (lingua dei segni italiana), dopotutto per chi conosce la LIS non ci sono problemi di comunicazioni con persone sorde e le conversazioni sono facilitate; oppure bisogna abbassare la mascherina per qualche tempo, sempre a debita distanza, per tradurre in lettura labiale.
Noi sordi viviamo quotidianamente queste difficoltà, per cui chiediamo a tutta la comunità sancataldese e siciliana, agli impiegati degli uffici o dei negozi, ai familiari, ecc., di utilizzare delle maschere trasparenti per facilitare le comunicazioni con noi.
Sperando di farvi comprendere le nostre difficoltà, chiediamo con umiltà di migliorare la vita a noi persone sorde e con disabilità uditiva. In più chiedo l’intervento della sezione provinciale dell’Ente Nazionale per la protezione e l’assistenza ai Sordi di Caltanissetta cosi da sensibilizzare l’uso delle mascherine trasparenti alle persone “non sorde”.
Antonio Amico