Il Partito Comunista Italiano (ri)nato nel 2016 ha una rappresentanza provinciale nel nisseno, Crucilla: “Spero di essere all’altezza del compito”
Si è svolto il 9 marzo online, come impongono i regolamenti per limitare il contagio da Covid 19, l’Attivo Regionale del Partito Comunista Italiano Sicilia, all’interno del quale, oltre al dibattito che vede il contesto politico attuale al primo posto, a tal proposito, visto l’esponenziale crescita del PCI in Sicilia, si è formalizzata dalla penna del Segretario Regionale del partito Roberto Bauccio, l’organizzazione interna della federazione siciliana del partito. Tra i vari militanti, viene inserito nel Comitato Regionale, oltre alle rappresentanze di Palermo, Siracusa e Messina, anche Salvo Crucillá di Serradifalco, già Segretario della sezione PCI intitolata a Placido Rizzotto della sua città di residenza che adesso sarà Segretario di Federazione Provinciale del PCI di Caltanissetta e inserito nel Comitato Regionale con ruolo dipartimentale ancora da definire.
“Spero di essere all’altezza del ruolo e auspico che questo sia l’inizio di un grande progetto politico di radicamento e costruzione del partito sul territorio” dichiara ai nostri microfoni Crucillá, “La triste situazione politica che vede l’affermarsi delle privatizzazioni e del favoreggiamento delle multinazionali, favorite anche dall’attuale governo Draghi, ha messo in ginocchio l’area di categorie lavorative sensibili anche sul territorio di Caltanissetta, specialmente in questo periodo di emergenza sanitaria. Ricostruire un Partito Comunista Italiano forte, insieme alle altre forze della sinistra di classe, per contrastare la destra e la ‘sinistra di sistema’ è una priorità su cui non si può più sorvolare, visto la situazione politica corrente”. Crucillá, insieme ad altre forze nell’area comunista, è attualmente impegnato in una campagna politica per far uscire fuori dalle mura territoriali la triste situazione in cui versa il vallone a causa dello smaltimento illecito di rifiuti ospedalieri e radioattivi e che recentemente, lo stesso territorio, è stato nuovamente individuato come centro di smaltimento “legale” di rifiuti radioattivi.
