Caltanissetta. “Imprenditore denunciò usura bancaria”, ma il reato è prescritto
La prescrizione “salva” – prima ancora dell’avvio del dibattimento – dall’accusa di usura bancaria il bancario Aurelio Bonfiglio, 64 anni, di Porto Empedocle. Al centro della vicenda una presunta usura bancaria di cui sarebbe stato vittima l’imprenditore nisseno Salvatore Amorelli, noto per la produzione di pipe artigianali.
Il processo, però, non è nemmeno iniziato: il Tribunale collegiale (presidente Valentina Balbo, giudici a latere Tiziana Mastrojeni e Giulia Calafiore) ha infatti accolto l’eccezione degli avvocati difensori Giacomo Butera e Francesco Bertorotta, i quali hanno chiesto che fosse riconosciuto il proscioglimento predibattimentale in quanto i fatti risalivano a un arco di tempo compreso tra il ’97 e il 2004 e quindi ormai prescritti visto che il termine di prescrizione è di 10 anni.
Secondo la tesi accusatoria Bonfiglio, responsabile della ex Banca popolare di Lodi, si era fatto consegnare da Amorelli somme per circa 70mila euro a titolo di commissioni e altre operazioni bancarie, ma così facendo aveva superato i tassi di interesse fissati dallo Stato e dando origine, sempre secondo gli inquirenti, a un caso di usura bancaria. Amorelli, da parte sua, aveva denunciato l’accaduto; il caso era già finito sulle scrivanie dei magistrati e inizialmente c’era stata una prima richiesta di archiviazione alla quale Amorelli – tramite il suo legale, l’avvocato Antonio Impellizzeri – si era opposto. L’opposizione era stata accolta e il fascicolo era finito in Tribunale, ma il troppo tempo trascorso dai fatti ha finito per chiudere la vicenda prima di aprire il dibattimento.