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Asp di Caltanissetta, Caltagirone: «In arrivo nuove assunzioni e stabilizzazioni»

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Gestione del personale, tra amministrativi e tecnici; concorsi e stabilizzazioni, chi verrà stabilizzato e quando; carenza di anestesisti e ritorno alla ‘normalità’ dei reparti. Concorsone da 192 posti dedicato agli specialisti in atto e 300 stabilizzazioni in vista tra infermieri e operatori socio sanitari. Questi gli argomenti trattati con il commissario straordinario dell’Asp2 Caltanissetta Alessandro Caltagirone, intervistato da Insanitas.

Iniziamo dall’organico in materia di amministrativi e tecnici…
«Sono stati pubblicati due bandi, per ingegneri e per periti informatici, oggi già chiusi: è stata nominata la commissione, lo scorso mercoledì ho firmato la delibera e nei prossimi giorni verrà espletato l’iter. Ci sono state circa un centinaio di richieste per ogni categoria. Per ciò che concerne gli amministrativi, i reclutamenti fatti dopo l’emergenza Covid, per decreti nazionali e direttive regionali, ci hanno permesso di effettuare proroghe suscettibili di successive prosecuzioni e in virtù appunto di questi decreti, legati ai processi di stabilizzazione, si possono effettuare nuove proroghe che al momento sono in essere in attesa delle direttive sulla stabilizzazione».

Per ciò che concerne i medici?
«Abbiamo lavorato su due direzioni, c’è un concorso a tempo indeterminato per 192 posti che sta andando avanti, stiamo deliberando le ammissioni dei candidati. Poi ci sono bandi aperti, fino al 30 giugno, con probabile durata estensibile, che danno la possibilità di partecipare a tutti gli specialisti. Commisurando questi bandi a tempo determinato al completamento del tempo indeterminato».

Ci spieghi meglio, cosa vuol dire commisurando?
«I bandi a tempo determinato sarebbe corretto chiamarli incarichi di sostituzione, definizione che fa capire che quello a tempo indeterminato è il posto effettivo, il resto serve a ottemperare momentaneamente a quello che non si ha».

Ci sono medici che verranno stabilizzati?
«Per i medici è un processo continuo. I reclutamenti vengono effettuati con i bandi a tempo determinato fino a quarantotto mesi, con il decreto ‘Madia’, per il quale devi aver superato i trentasei mesi di lavoro. È una scelta del medico, se sceglie di rimanere qui segue l’avviso da parte di chi ha maturato i requisiti e la stabilizzazione».

E i medici che hanno preso servizio in piena pandemia?
«Sono un discorso diverso. I laureati in Medicina e Chirurgia e nell’altro i laureati e iscritti ai primi anni delle scuole di specializzazione e quelli che erano quasi al compimento del percorso. Questi ultimi si sono specializzati e hanno presentato domanda al bando aperto sugli specialisti oppure hanno presentato domanda per il concorso a tempo indeterminato di cui abbiamo parlato, così come quelli che al penultimo o ultimo anno, come da decreto Calabria, possono essere reclutati prima d’aver finito la specializzazione. Poi, ci sono coloro che hanno scelto altre destinazioni per la scuola di specializzazione che, quindi, sono andati via. Ancora quelli che lavorano nelle ore libere o in quelle che la scuola di specializzazione consente di spendere come da percorso formativo, che essendo in aree viciniori possono svolgere la loro attività seppur con orari ridotti. In ultimo, ci sono quelli al di fuori delle scuole di specializzazioni che sono stati reclutati per le aree di emergenza, vedi pronto soccorso. Grazie ai Bls, corsi di specializzazione di primo intervento, sono stati inseriti colmando la vacatio dei posti. Questi medici di pronto soccorso sono affiancati da un tutor; lo stesso dicasi per coloro che hanno lavorato come guardie mediche che sono stati inseriti all’interno dei bandi».

A proposito di Pronto soccorso, si parla sempre di carenza di personale…
«La situazione è nella piena sufficienza, non abbiamo esubero di medici ma ricordo che c’è un concorso in atto che riguarda anche le aree di emergenza. La medicina d’urgenza, purtroppo, vede a livello nazionale le scuole di specializzazione svuotarsi. Sarà a causa dello stress psico-fisico al quale un medico di questo settore è sottoposto a far sì che questi specialisti siano sempre di meno».

I posti vacanti degli specialisti di Anestesia e rianimazione sono stati riempiti?
«Per gli anestesisti è stato fatto un percorso che ci sta consentendo di vedere i risultati. Il fatto di poter entrare anche con il tutoraggio ci ha consentito di ottemperare alla mancanza. Sono più di una decina gli anestesisti in formazione, abbiamo sottoscritto 6 contratti libero-professionali e inserito 20 posti nel bando di concorso. La situazione attuale pare volgere verso la stabilità. Infatti, le sale operatorie, che non funzionavano a pieno ritmo nei mesi scorsi, ad oggi sono nella quasi totalità a pieno regime. Ulteriori ingressi, anche minimi a questo punto, di anestesisti daranno un nuovo slancio. Stiamo chiudendo il cerchio potenziando attività ambulatoriali-chirurgiche e riuscendo a dare una risposta più veloce al paziente che necessita di interventi chirurgici».

Per il resto del personale sanitario?
«Relativamente a psicoterapeuti o educatori ci sono bandi già pubblicati, istanze già presentate e commissioni già nominate. Anche su questo campo si sta procedendo speditamente. Per ciò che concerne infermieri e operatori socio-sanitari siamo in piena dotazione organica, con qualche numero in esubero, come per gli Oss che abbiamo portato a trenta ore e stiamo procedendo con i processi di stabilizzazioni. Ci sono diverse strade: i bandi o le stabilizzazioni Madia, cioè chi ha raggiunto i trentasei mesi o ancora seguendo l’iter dei diciotto mesi svolti in campo in emergenza Covid. Stiamo seguendo l’ordine cronologico. Saranno circa 100 infermieri, circa 60 presi con il cosiddetto ‘click-day’, che saranno stabilizzati e poco più di 200 oss».

I reparti accorpati al Sant’Elia in pieno Covid sono stati disaccorpati?
«Tutti i reparti accorpati nel ‘momento Covid e post’, a causa dei pensionamenti e alle sale operatorie non a pieno regime, oggi di fatto non lo sono più con l’eccezione della Chirurgia e della Urologia che i primi di maggio torneranno ad essere separati. La Pneumologia, oggi, “viaggia” insieme alla Medicina interna, con cinque posti letto che verranno raddoppiati entro un paio di mesi grazie anche alle nuove assunzioni e alla fine della ristrutturazione del reparto. Con il completamento del concorso, ricordiamo di 192 posti al livello di Asp2, sarà possibile ritornare a tutti i reparti indipendenti».

Come mai non è stato possibile reclutare prima il personale necessario a riportare la situazione alla normalità?
«Dal mio insediamento nel 2019 alla fine del 2022 sono stati fatti mediamente due avvisi a settimana per reclutamento del personale. Non si può pensare a una Asp ferma se almeno due volte alla settimana abbiamo pubblicato avvisi, questo significa che la nostra attenzione è stata alta sia in piena pandemia che dopo. Purtroppo, non tutti scelgono di venire a lavorare a Caltanissetta. Riprendo il tema anestesisti per esemplificare, dato il numero esiguo di posti disponibili nelle aree metropolitane, che sono le più ricercate, adesso l’attenzione si sposta su realtà diverse come la nostra che offrono un bacino di disponibilità più ampio».

 

 

(Asp di Caltanissetta, Caltagirone: «In arrivo nuove assunzioni e stabilizzazioni» (insanitas.it))

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