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Tentato omicidio a colpi di pistola. Giovane riesino chiede il rito abbreviato

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Ufficializzata la richiesta di essere giudicato con il rito abbreviato, dalla gup Antonella Leone, da parte del riesino Loris Cristiam Leonardi, 27 anni, il giovane che nella notte del 30 aprile 2016 sparò diversi colpi di pistola contro l’operaio Salvatore Tardanico, 39 anni, riducendolo in fin di vita.

Richiesta avanzata dai suoi legali, gli avvocati Vincenzo Vitello e Carmelo Terranova; ma ieri Salvatore Tardanico ha scelto di costituirsi parte civile contro il giovane accusato di tentato omicidio. Ad assistere la persona offesa è l’avvocato Giacomo Vitello. Prima di procedere alle conclusioni la difesa ha chiesto che vengano trascritte due intercettazioni telefoniche contenute nel fascicolo della Procura e quindi prima si dovrà completare questa attività; a novembre si tornerà in aula per il deposito delle trascrizioni e per le conclusioni.

Fu l’indagine di Procura e Carabinieri a dare un volto e un nome all’aggressore, appunto Loris Cristian Leonardi che, secondo quanto emerge dalle carte dell’inchiesta, ipotizzava che Tardanico avrebbe fatto delle avances alla cognata. E quindi avrebbe deciso di agire per una sorta di questione d’onore, aspettando il bersaglio sotto casa e sparandogli contro diversi colpi. Indagini che si rivelarono difficili fin da subito, visto che l’agguato scattò in una zona poco illuminata e in assenza di testimoni.

A giocare un ruolo chiave era stata un’intercettazione telefonica in cui Leonardi, parlando con un’altra persona, avrebbe pronunciato la frase “mi dispiace che è rimasto senza padre”. Per gli inquirenti l’espressione suonava come un’ammissione di colpa, ritenendo che si riferisse all’agguato a Tardanico. Ma per la difesa la chiave di lettura era tutt’altra e cioè che Leonardi stesse parlando di altri suoi conoscenti che avevano effettivamente avuto un lutto. In effetti il Tribunale del riesame aveva poi accolto il ricorso della difesa, rimettendo in libertà il giovane riesino.