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Pedonalizzazione centro storico, l’ex giunta Ruvolo: “Al cittadino la scelta con un referendum”

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Uno dei temi più dibattuti in città, da anni, riguarda la pedonalizzazione del Centro Storico. Qual è il senso di una pedonalizzazione di un’area? Perchè tutte le Città europee hanno adottato queste misure? Partiamo, dal nostro punto di vista, dal significato e del valore di un Centro Storico, che è una struttura urbanistica tipica delle città europee. Infatti nelle Città americane ed australiane, dove la storia urbanistica è più recente, il ruolo dei centri storici è stato assunto dai Centri Commerciali, stile che, purtroppo, abbiamo adottato anche dalle nostre parti. Quindi il Centro storico è il luogo da dove si è evoluta, espandendosi, la struttura urbanistica della Città, ed ai nostri giorni, racconta l’ identità collettiva, la memoria storica di una comunità cittadina. Di solito, nel Centro storico, si trovano i luoghi principali della cultura, teatri, strutture museali, chiese e cattedrali, palazzi municipali, mercati e locali pubblici. I luoghi del centro storico sono di tutti perché appartengono alla storia di ogni cittadino e sono i punti di riferimento per chi, da fuori, si reca in una città per conoscere l’identità della popolazione che vi abita. Perché tutte le città più evolute culturalmente e socialmente hanno deciso di pedonalizzare? Prevalentemente per diverse importanti ragioni. Prima di tutto per consentire ai cittadini di potersi muovere a piedi favorendo l’incontro e la relazione tra i cittadini. Camminare a piedi consente di poter avere il tempo anche di ammirare le bellezze di un centro storico. Inoltre l’assenza di auto aumenta i livelli di sicurezza consentendo ai bambini, a chi vive limitazioni al movimento ed anziani di muoversi in sicurezza, e la riduzione dello smog da gas di scarico consente anche di avere un’aria più pulita, in particolare per chi decide di fermarsi in qualche bar per una consumazione all’aperto. Tanti altri possono essere le ragioni per pedonalizzare un centro storico che in questa sede non approfondiamo per brevità di trattazione. Dunque, nell’affrontare questo argomento, pensiamo che la politica che amministra la Città prima di tutto dovrebbe avere una visione e poi deve coinvolgere tutti i cittadini e non solo parti o rappresentanze più o meno legittimate. La nostra Amministrazione aveva una chiara visione del ruolo del Centro Storico nella struttura identitaria della Città, e per questo ha assunto una scelta di pedonalizzazione parziale che, se da un lato è stata sempre contestata da un manipolo di commercianti che per lo più volevano scaricare la crisi del commercio sul fatto che i clienti dalle macchine non potessero godere della vista delle vetrine, o sul fatto che il parcheggio davanti al proprio negozio fosse interdetto, dall’altro ha portato molti cittadini a riscoprire il Centro storico, al punto che alla fine del quinquennio il 95% delle manifestazioni si svolgevano nell’area pedonale o nei siti limitrofi. Ma altrettanto importante è stata la scelta di molti operatori commerciali di investire in centro storico, come è avvenuto alla Strata foglia, divenuta oggi il luogo principale della movida nissena. Per queste ragioni abbiamo investito somme considerevoli sul trasporto pubblico, ammodernandolo e rendendolo veramente efficiente, favorendo l’utilizzo dei 4 parcheggi intorno al Centro storico che consentono a tutti di poter raggiungere Piazza Garibaldi in un raggio di 300 metri.  Non abbiamo compreso qual’è la visione della nuova Amministrazione e per questo non sappiamo se farà scelte conseguenziali. Ma se così non fosse ci aspettiamo che il dibattito non avvenga tra pochi dentro tavoli tecnici, ma essendo il Centro storico un argomento che riguarda ogni singolo cittadino, reputiamo che se va delegata la responsabilità di una scelta, essa si eserciti con strumenti reali di partecipazione, quali ad esempio un referendum cittadino che possa consentire così di assumere una scelta veramente voluta dai cittadini. E a noi sembra, che il referendum sia uno strumento molto amato dal M5S. Così nella nota a firma di Giovanni Ruvolo, Carlo Campione, Felice Dierna, Giovanni Guarino, Graziella Riggi, Pasquale Tornatore e Giuseppe Tumminelli.