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“L’Asp di Caltanissetta potenzierà le strutture ospedaliere”. Botta e risposta tra l’ex sindaco di San Cataldo e il dg dell’Asp

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L’Asp di Caltanissetta intende potenziare tutti gli ospedali del distretto. “Tutti i presidi saranno migliorati” fa sapere il manager del Sant’Elia. Botta e risposta tra l’ex sindaco di San Cataldo Giampiero Modaffari e il direttore generale dell’Asp Alessandro Caltagirone che dichiara, in una immediata rettifica della notizia veicolata sui social, “Nessuna chiusura”.

Giampiero Modaffari

“Questa mattina con grande sorpresa – scrive Giampiero Modaffari su Facebook –  preoccupazione e sgomento, apprendo dell’inoltro al presidio ospedaliero “Maddalena Raimondi” di una nota da parte dell’Asp di Caltanissetta, indirizzata al responsabile del nosocomio nonché ai responsabili delle Unità operative semplici di Lungodegenza e Riabilitazione, con la quale si dispone
con effetto immediato di:
– Non effettuare ulteriori ricoveri presso la propria Unità Operativa, a decorrere dalla data odierna;
– Provvedere alla dimissione – nel più breve tempo possibile – di tutti i pazienti dimissibili, nonché al traferimento degli stessi, qualora non dimissibili, presso la Casa di Cura Regina Pacis.
Credo che sia l’inizio della fine della nostra struttura ospedaliera della nostra Città, si sta cercando di smantellare ciò che di eccellente è stato pazientemente e con estrema abnegazione realizzato nel corso degli anni da tanti medici professionisti che hanno spesso anteposto i loro interessi familiari ed affetti alla crescita e al miglioramento delle strutture di Lungodegenza e Riabilitazione.
La richiesta dell’Azienda sanitaria provinciale di Caltanissetta, credo non sia supportata da alcuna pianificazione e/o strategia legata all’attuale emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus stante che nei reparti vengono certamente applicati i rigidi protocolli sanitari legati alla sicurezza dei pazienti e del personale sanitario.
Credo invece, e in ciò spero di sbagliarmi, che viceversa si intende utilizzare il grimaldello del Coronavirus per mettere in atto quanto da tanto tempo pianificato e che non si è avuto il coraggio di attuare: la chiusura dell’ospedale “Maddalena Raimondi”.
Personalmente non ci sto e da semplice cittadino che ha avuto da sempre a cuore le sorti della mia Città, invito
la Commissione straordinaria che guida la Città ad impedire questo ennesimo scippo.
Se proprio indispensabile e inevitabile, nessuno spostamento deve avvenire prima di avere avuto certezze sul ritorno alla normalità per il “Maddalena Raimondi” o dell’eventuale altra futura destinazione.

E’ necessario che il territorio e la gente conosca la volontà dei vertici dell’Asp e che le scelte vengano condivise con le Autorità sanitarie locali – così nel post su Facebook dell’ex primo cittadino di San Cataldo Giampiero Modaffari -. Invito altresì tutti i cittadini sancataldesi a far sentire la propria voce per impedire che la Città subisca l’ennesimo oltraggio.
Esprimo piena solidarietà al personale sanitario e per quello che posso fare da semplice cittadino, mi ritengo a totale disposizione, qualora ritenuto utile, per mettere in atto qualunque forma di civile protesta”.

Alla paventata chiusura dell’ospedale risponde il direttore generale dell’Asp, Alessandro Caltagirone: Nessun declassamento per il presidio ospedaliero Maddalena Raimondi di San Cataldo e per nessun altro presidio del Nisseno.

Il direttore generale dell’ Asp di Caltanissetta si rammarica per quanto letto su alcune testate on line e che non rispecchiano in alcun modo i contenuti della direttiva n. 14284 del 25/04/2020 a firma dello stesso.
“La direttiva in premessa, inviata a tutti i direttori dei Presidi del nisseno, in perfetta sintonia con le indicazioni assessoriali fin qui trasmesse, ricordava, ancora una volta, che ‘i ricoveri e gli interventi di qualsiasi tipo devono essere limitati solo ai casi urgenti e indifferibili. Le altre prestazioni definite differibili vanno rimandate ad altre date’, scrive Caltagirone.
Ed inoltre la stessa direttiva sottolineava come “i ricoveri vanno limitati al solo periodo di acuzie ed ai periodi strettamente indispensabili mentre, per gli altri casi, vanno ricercate alternative che favoriscono il distanziamento sociale, preferendo soluzioni a tutela dei pazienti (dimissioni a domicilio, dimissioni protette, assistenza domiciliare) e qualsiasi altra forma a garanzia della sicurezza”.
“Raccogliendo quest’ultima indicazione – continua il manager – il dirigente medico del presidio citato negli articoli, al fine di suggerire alcune misure per un adeguato contenimento delle infezioni da Sars-Cov-2, anche alla luce dei nuovi scenari epidemiologici che indicano come possibili focolai gli ambienti confinati, raccomandava di limitare la permanenza dei pazienti all’interno delle strutture, soprattutto dei pazienti più fragili, ed in particolare in quelle unità operative dove i tempi lunghi di permanenza possono costituire un ulteriore fattore di rischio.
Proprio nel caso in cui il ricorso ad un ricovero ordinario non sia strettamente necessario è ragionevole considerare altri setting assistenziali (A.D.I. ed altro)”
Il direttore generale rimarca che “in tali casi è cura del responsabile di ogni unità operativa porre in essere quanto ritenuto necessario al fine di contenere un’eventuale infezione da Sars Cov-2 mettendo in atto le misure ritenute più idonee per ogni singolo paziente sia in relazione al numero di contestuali ricoveri nella stessa Uo, allo stato di salute di ognuno dei pazienti, alle possibili dimissioni, alla logistica interna della unità operativa per favorire il distanziamento ed utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione della direzione strategica aziendale”.
Il manager riferisce che ogni iniziativa intrapresa, in questo particolare momento di pandemia, “è tutela dei pazienti più fragili, degli operatori e dell’intera popolazione nissena. Ogni Presidio Ospedaliero – conclude Alessandro Caltagirone – ha la sua identità sanitaria, che va difesa e migliorata. È compito, nonché interesse strategico di questa Direzione aziendale potenziare le strutture esistenti per dare una sanità migliore di quella che abbiamo ereditato.
Pertanto dissento dalle ipotesi di declassamento dei Presidi ospedalieri che dirigo. Ipotesi che non mi appartengono e che sarebbero in controtendenza rispetto a quanto fatto in un anno di direzione di questa Asp”.

 

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