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La riflessione di Marco D’Arma: “Tutti uniti per Caltanissetta”

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Nell’ultimo ventennio la nostra Città ha attraversato un lento e doloroso declino. I complici di questo “disastro sociale” siamo stati tutti noi: dalle Amministrazioni comunali (sindaci, giunte e Consigli comunali), ai sindacati, ai vertici delle Società partecipate a tutti i cittadini che in maniera attiva e/o passiva hanno contribuito a far sì che Caltanissetta precipitasse nella lista delle città più invivibili d’Italia.
Fatta questa doverosa promessa, adesso faccio a tutti noi una domanda: da chi dipende adesso la rinascita della nostra città?

Ai più potrà sembrare strano, ma la rinascita di Caltanissetta spetta in primis ai cittadini nisseni e, solo successivamente, all’Amministrazione comunale, ai sindacati e ai vertici delle Società partecipate.

Adesso vi dico cosa potrebbe fare ognuna di queste parti impegnandosi affinché Caltanissetta possa essere riqualificata e rivalutata a livello Internazionale.
I cittadini devono lavorare e applicarsi sulle piccole cose: rispettare gli orari per gettare l’immondizia; fare la raccolta differenziata; evitare di gettare per terra o dal finestrino dell’auto qualsivoglia carta, bottiglia o cicca di sigaretta (perché poi siamo i primi a lamentarci che i tombini sono otturati, vero!?); parcheggiare solo negli stalli consentiti e negli orari consentiti; evitare di lasciare l’auto parcheggiata in seconda fila, specie se la strada ha due corsie contate; pagare i mezzi pubblici; pagare la Tari; evitare di sentirsi i padroni assoluti della strada, rispettando il Codice della Strada; evitare di occupare in qualsivoglia modo le corsie preferenziali riservate ai Bus; evitare di lamentarsi di una cosa e del suo esatto contrario (anche perché ciò è sinonimo di incoerenza); rispettare le istituzioni. Non penso sia difficile.
Poi, come è normale che sia, tocca al sindaco Gambino e alla sua giunta comunale, riuscire a gestire la situazione economico-finanziaria del Comune.
Oltre alla sua abilità nel dialogare con la comunità; deve prendere le decisioni in base alle reali necessità della popolazione; deve garantire tutti i servizi previsti dalla legge; deve provare a migliorare tutti i servizi che sono migliorabili, compatibilmente con i fondi che ha a disposizione; deve essere ottimista; deve sopprimere eventuali inadempienze tra quelle descritte alla voce precedente; deve essere “amico” della città e dei cittadini e non sovrana; deve essere autorevole e non autoritaria; deve risolvere i problemi che la popolazione segnala, dopo opportune verifiche; deve lavorare e deve farlo in maniera onesta; deve ottemperare al 100% delle proprie possibilità ai decreti su sicurezza e trasparenza in modo che tutti possano “vivere” il Palazzo municipale.
E in questo momento (pur non essendo un fan a 5 stelle), il sindaco Gambino si sta muovendo nella direzione giusta e deve continuare a farlo.

In più, tutti noi, nessuno escluso, dovremmo imparare a eliminare quest’odio sociale che ormai da anni ci portiamo avanti. Per cinque anni abbiamo avuto un sindaco pacifista e, nonostante ciò siamo riusciti, ad avere una situazione di odio sociale enorme. Adesso abbiamo un sindaco deciso e autorevole e siamo in un pieno clima di ostilità; siamo divisi in due grandi fazioni: chi lo appoggia e chi lo odia. Io vi chiedo e mi chiedo, di mettere tutto da parte, perché l’odio sociale e il dibattito acceso che sfocia sempre in insulti e litigi futili, non porta a nulla di buono né per il nostro singolo né per la collettività.
L’unione fa la forza.
Mettiamo da parte le nostre simpatie politiche e uniamoci in un unica grande squadra di città che collabora e metta davanti l’interesse collettivo più che personale.
Sara il tempo, come sempre, a decidere se la giunta lavorerà bene o male, ma nel frattempo non cerchiamo di puntare sempre il dito.
Affidiamoci nelle mani del nostro Santo Patrono San Michele, che ci guidi nella direzione giusta.

Marco D’Arma